MODENA – Con l’80% circa di protetti con tre dosi, l’Italia si scopre resistente al colpo di coda della Omicron. Va peggio altrove, a partire dalla Germania che si è fermata attorno al 50% di dosi booster. E infatti mentre i contagi risalgono i ricoveri calano, almeno al momento. L’Italia si gode il bonus maturato nei punti vaccinali, mentre Unimore mette la firma in calce a uno studio che potrebbe permettere, in futuro, di curare meglio i malati di Covid: studio che ha rivelato, in 7.500 pazienti su 48.000, la presenza di geni che li rendono altamente predisposti a sviluppare la malattia in forma grave. Una sorta di “difetto di partenza” che permetterà, in futuro, di capire in anticipo quali persone siano ad alto rischio se contagiati. Nel frattempo resta valido il criterio consueto: quello della prudenza.
Intanto le restrizioni si riducono: dal primo aprile dovrebbe venir meno anche l’obbligo vaccinale per gli Over 50, ai quali tornerà a bastare un tampone negativo. Ma gli esperti continuano a caldeggiare prudenza, soprattutto sulla popolazione ultracinquantenne: tra gli elementi specifici di preoccupazione c’è il cosiddetto “long covid”, magari lieve, ma che colpisce il 40% dei guariti con sintomi che vanno dalla stanchezza alle difficoltà respiratorie e neurologiche. E poi c’è il fronte ucraino, con ondate costanti di profughi in arrivo – più di metà dei quali non vaccinati già prima che il conflitto rendesse impossibile ogni forma di prevenzione.
Unimore scopre i geni che rendono più grave il covid. VIDEO
16 marzo 2022Una sorta di “difetto di partenza” che permetterà, in futuro, di capire in anticipo quali persone siano ad alto rischio se contagiati. Intanto l’Italia, forte di un’alta percentuale di vaccinati, si prepara a ridurre le restrizioni