REGGIO EMILIA – Nel 1945 il progettista delle Officine Reggiane, Aurelio Lampredi, disegnò un motore termico a due tempi per bicicletta. Poi si trasferì alla Ferrari, portando le tavole con sé. Dopo 79 ecco il prototipo, realizzato grazie alle competenze sviluppate dal dipartimento di Scienze e Metodi di ingegneria di Unimore. Il progetto si chiama “Reggiane 3D” e ha l’obiettivo di recuperare quel patrimonio tecnico della fabbrica, perduto nel dopoguerra.
Andrea Spaggiari, professore associato di Progettazione meccanica e costruzione di macchine nonché responsabile del progetto: “Abbiamo cercato di recuperare il più possibile questi progetti, traducendoli nella forma moderna: a partire dai disegni originali in 2D, siamo passati ai disegni tridimensionali. In alcuni, casi siamo riusciti anche a fare un prototipo”.
Dario Scognamiglio, laureando in Ingegneria meccatronica, ha fatto della realizzazione del prototipo del motore Euro 401 la sua tesi di laurea: dalla digitalizzazione dei disegni allo studio tecnico per recuperare i componenti non visibili nei disegni parziali. “Mi ha colpito ad esempio il fatto che la trasmissione a catena è molto più efficiente, sicura e duratura, rispetto a quella del Mosquito o del Solex, che erano gli omonimi degli stessi anni e avevano una trasmissione a rullo”.
Un lavoro partito seguendo tracce di Lampredi in archivi polverosi e arrivato alle mani esperte di Mauro Pedroni che ha realizzato il motore: “E’ una soddisfazione aiutare un ragazzo a laurearsi; a questo si aggiunge la soddisfazione per il recupero di un pezzo che fa parte del patrimonio storico della città”.
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