REGGIO EMILIA – Il 33% di tutto il cibo prodotto nel mondo viene buttato al macero. Quasi la metà di questo spreco avviene tra le mura domestiche, spesso perché ci si accorge che un alimento è scaduto.
L’equipe del professor Andrea Pulvirenti dell’Università di Modena e Reggio ha messo a punto imballaggi che mirano a prolungare la conservazione dei prodotti attraverso molecole antiossidanti e antimicrobiche. I ritrovati di questa ricerca sono in questi giorni protagonisti all’Expo di Osaka, in Giappone, dove la nostra università li sta presentando al mondo.
Unimore sta presentando le proprie ricerche attraverso filmati in cinque lingue e dimostrazioni pratiche. Molti alimenti in un futuro prossimo potranno avere una data di scadenza decisamente meno ravvicinata al momento dell’imballaggio di quanto non accada oggi. L’idea dell’equipe è stata particolarmente apprezzata, anche perché si innesta su un binomio, quello composto da cibo e Italia, famosissimo nel mondo.
Il gruppo agroalimentare del dipartimento di Unimore in passato ha già finalizzato ricerche che hanno avuto grandi impatti sul mercato del cibo: tra queste la bustina del te edibile che si scioglie nell’acqua insieme all’infuso e non diventa carta da rifiuto.
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