REGGIO EMILIA – Una lezione aperta a tutte e tutti per capire le ragioni del conflitto russo-ucraino che si sta consumando in queste ore alle porte dell’Europa. Si è tenuta questa mattina all’ex seminario ed è stata voluta dagli studenti di Unimore.
“Noi giovani europei non siamo siamo stati abituati a una guerra che ci coinvolge da così vicino – ha detto Lucia Maggipinto – Gli obiettivi che si è posta l’Unione europea sono quelli della pace, della cooperazione e della solidarietà internazionale. Siamo stati educati a questi valori, vedere un conflitto così vicino ci ha impauriti e ci ha trasmesso un profondo senso di smarrimento”.
E’ nata dalla voglia di capire degli studenti dell’università di Modena e Reggio l’idea di organizzare una lezione aperta a tutti per spiegare il conflitto russo-ucraino che si sta combattendo proprio alle porte dell’Europa. Piena di studenti l’aula Artigianelli all’ex seminario e tanti erano anche collegati online. “Cercare di capire le meccaniche e le vie d’uscita, da questo che è un tempo della guerra e non una guerra e basta, è una cosa importante”, ha spiegato Alberto Melloni, ordinario di Storia del cristianesimo.
Professori ed esperti hanno spiegato innanzitutto le origini di questo conflitto: “Un conflitto da spiegare nell’arco della dissoluzione dell’Unione sovietica, della lotta dell’Ucraina per la sovranità nazionale e delle rivoluzioni democratiche avvenute in Ucraina, nel 2007, nel 2014 e ora siamo nel 2022”, ha aggiunto Kristina Stoeckl, ordinaria di Sociologia delle religioni all’università di Innsbruck.
Un conflitto che – è stato spiegato – affonda le radici nella religione: “Questa guerra è nata prima sugli altari che sui campi di battaglia – ha detto Melloni – Lo scisma all’interno dell’Oriente ortodosso, la divisione tra cristiani di rito greco-bizantino uniti a Roma o uniti a Costantinopoli o Mosca è stata l’anticipatrice o l’incubatore di una piaga bellica di cui oggi vediamo tardivamente le conseguenze”. “La creazione di una chiesa autonoma in Ucraina ha reso più tese le relazioni”, ha poi spiegato la Stoeckl.
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