MODENA – L’Università di Modena e Reggio Emilia prova a mantenere la rotta nell’anno orribile delle immatricolazioni in calo, in tutta Italia, e del passo indietro nella percentuale di laureati – che scende sotto il 29% mentre la media europea supera il 41. Unimore si conferma un ateneo competitivo nella classifica del Censis, decimo tra quelli di “grandi dimensioni” mentre la vicina Bologna è al top tra i “mega” e fa concorrenza, com’è inevitabile che sia. Esplorando nel dettaglio la classifica per indicatori, si scopre che la nostra università eccelle soprattutto in due aspetti: primo, l’occupabilità – coefficiente sopra quota 100, tra i più alti del Paese, segno che chi si laurea ad Unimore poi lavora. Concetto vero soprattutto nei settori strategici, che infatti non hanno subìto un calo delle immatricolazioni ma un ulteriore aumento ad esempio nelle ingegnerie meccanica e informatica, e ovviamente in medicina. Secondo punto forte le lauree triennali e di base: quelle del settore agroalimentare sono al primo posto, stesso discorso per il corso primario in medicina e chirurgia; l’ingegneria informatica è la seconda migliore d’Italia, l’ingegneria meccanica è quarta, l’economia è quinta. Unimore soffre molto di più quando si parla di corsi specialistici e master, salvo alcune eccezioni. Due indicatori che, messi a sistema, ribadiscono una grande verità del territorio modenese, la cui vocazione manifatturiera attira i lavoratori presto. Modena è infatti una delle province in cui gli istituti tecnici e professionali sono più gettonati, traducendo i diplomi ottenuti in opportunità di lavoro quasi automatiche; lo stesso, evidentemente, vale per i corsi di laurea, nei quali spesso il primo ciclo è ritenuto sufficiente per trovare un buon primo lavoro vicino a casa. Tuttavia il Censis, responsabile dello studio, la pensa diversamente: per il direttore Massimo Valeri servono tanti laureati in più, e ragazze e ragazzi anche modenesi devono cercare proprio negli atenei “una risposta anticonformista alle difficoltà del mondo, che permetta loro di migliorare le future condizioni di vita e di reddito”.
Unimore, bilancio in chiaroscuro quello che emerge dallo studio del Censis
11 luglio 2022
L’ateneo brilla nei corsi triennali e nell’occupabilità, ma perde iscritti e soffre sulle lauree specialistiche. Non mancano per fortuna le solite punte di eccellenza: ingegneria, agroalimentare, ma anche la medicina
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