BIBBIANO (Reggio Emillia) – Quasi undici anni fa, anche se già maggiorenne, era stata una storia. Una terribile storia, ma senza volto e senza nome. Adesso invece colei che era stata definita la ‘baby prostituta della val d’Enza’ desidera farsi vedere e soprattutto sentire, e vuole essere risarcita almeno in parte per quello che ha patito.
‘Baby’ perchè era una bambina. Aveva 15 anni quando la madre iniziò a venderla, pubblicando un annuncio sul giornale. Succedeva tra 2012 e 2013 a Bibbiano. La vicenda emerse a inizio 2015, generando choc. Maila Micheli ha ripercorso il film dell’orrore a Le Iene. Dal listino prezzi a seconda delle prestazioni al primo incontro cui la stessa madre la accompagnò.
“Questa persona ha chiamato per vedermi subito, lei mi ha lasciato in questo campo, dove c’erano luci, non c’era niente. Ho provavo uno schifo incredibile non sono nei confronti della situazione e di lui proprio verso di me. E mi ricordo che a un certo punto ho guardato fuori dal dal lunotto posteriore e lì ho avuto il mio primo vero e proprio episodio di dissociazione pesante nel senso che io ero fuori da quella macchina lì non ero lì, quello mi ha salvata sicuramente”.
I clienti arrivarono ad essere sessanta. Di qualsiasi età ed estrazione sociale, di tanti mestieri diversi. Maila veniva accompagnata a domicilio. Dopo un primo avvicinamento da parte dei servizi sociali messi in allarme da un vicino di casa, era poi stata la stessa ragazza a chiedere aiuto agli operatori, che avevano fatto scattare le indagini e portato la giovane in una comunità protetta.
La madre di Maila è morta di malattia nel 2017, prima che arrivasse una condanna a suo carico. La gran parte dei clienti era occasionale, non è stato dimostrato che sapessero che Maila fosse minorenne dal momento che nell’annuncio si parlava di una ragazza di 18 anni. Tutti tranne uno, un amico di famiglia che ha patteggiato un anno e sei mesi.
Assistita dall’avvocato Massimiliano Paolicchi, Maila, che ha cambiato città e regione, ha intentato adesso una causa civile nei confronti di quest’uomo.
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