REGGIO EMILIA – Al termine di una travagliata annata sotto tanti punti di vista, analizziamo questa stagione, lettera per lettera.
A come Attilio Caja: usando una sua metafora, con gli ingredienti che ha trovato nel frigorifero ha confezionato una buona ricetta, non da chef stellato, ma in ogni caso vincente. Ora è da capire cosa chiederà questo “cuoco” ai proprietari del ristorante.
B come Basket Pool e Budget: la speranza è che la prossima stagione Unahotels e gli altri sponsor possano rimanere al fianco della Pallacanestro Reggiana con rinnovato entusiasmo, mentre la previsione di spesa possa essere rispettata senza intervenire tre volte in corso d’opera.
C come Candi: il capitano ha ancora un anno di contratto. Decisamente, ha fatto balzi in avanti sia in fase offensiva – dove ha aumentato la propria fiducia realizzativa – sia in fase difensiva, dove ha confermato le sue doti. Magari c’è spazio per un prolungamento, considerata la penuria di italiani in circolazione.
D come Direttore sportivo: è la figura che manca in società.
E come Europe Cup: “del senno di poi son piene le fosse”, scriveva il Manzoni nei Promessi Sposi. Certo che il rammarico per l’uscita anticipata dalla coppa c’è stato. Vista la classifica al termine della regular season, ci si augura di potervi nuovamente accedere al prossimo giro per essere appetibili, come società, a giocatori stranieri (vedi Elegar).
F come Forward: in un’epoca di “combo”, di giocatori adattati a più ruoli, sarebbe bello rivedere una bella ala in canotta biancorossa.
G come Giovani: non è stata la stagione per loro. A parte Diouf, gettato nella mischia di una competizione ancora troppo grande per lui, con l’arrivo di Caja la priorità è stata un’altra. In più Cham non ha più avuto l’idoneità sportiva. Nonostante tutto, è arrivato il premio per l’utilizzo degli Under 23, ma diciamo anche grazie a Candi.
H come Hurrà: anche se nessuno forse lo ammetterà, alla vittoria della Fortitudo contro Cantù in tanti lo hanno detto, almeno col pensiero.
I come Incubo Covid-19: da quel 28 ottobre, con la positività di Filippo Baldi Rossi, è iniziato un vero incubo per i colori biancorossi. Di lì a poco sarebbe poi partita la fase di crisi, culminata con la rivoluzione del roster e l’esonero di Martino.
J come Johnson: potrebbe essere uno degli atleti da cui far nascere la Pallacanestro Reggiana. Dopo l’impasse iniziale e l’infortunio alla coscia, nelle ultime gare ha mostrato il suo potenziale e, se migliorasse in difesa e in alcune letture di gioco, potrebbe diventare una pedina importante.
K come Koponen: è arrivato a Reggio come “bell’acquisto”, passando poco dopo per “bollito” e finendo la stagione con “l’avevo detto che era buono”. Che sia piaciuto o no, Caja l’ha battezzato fondamentale per la salvezza.
L come Lba Awards: tra le nomination degli atleti ai premi di questa stagione, nessun biancorosso è stato segnalato.
M come Martino: peccato. Dopo i buoni risultati alla Fortitudo, da come era iniziata la stagione poteva essere per lui una sorta di consacrazione. Invece, tutto è precipitato e anche lui è stato trascina in un vortice dal quale non ne è più uscito. In bocca al lupo per la sua carriera.
N come Nuovi soci: non sappiamo se avessero messo in preventivo un debutto simile a un ottovolante, con spese extra budget. Il loro impegno è stato encomiabile.
O come Occorre continuità: dopo l’annata di Cagnardi-Pillastrini e quella incompleta di Buscaglia, questa poteva essere quella buona, ma evidentemente i tempi non erano ancora sufficientemente maturi. Quello che serve è continuità, un progetto chiaro e condiviso per evitare di rivoluzionare squadra e staff ogni anno, visto quello che è successo dopo il termine del ciclo Menetti. Non a caso, durante l’era di Max la forte identità ha pagato, con le soddisfazioni che tutti ricordiamo.
P come Paganti: quello che è venuto a meno, che non ha rimpinguato le casse delle società, che non ha potuto tifare, gioire e soffrire durante le partite. Quello che, si spera, possa ritornare presto perché manca a tutti.
Q come Quattro: tali sono state le presenze a referto di Dominique Sutton in questo campionato, così come quattro è stata la media punti realizzati, quattro gli assist messi a statistica e quattro i minuti giocati nella sua ultima partita. Per rimanere coerenti, voto: quattro.
R come Record: in una annata disastrata come questa, per Reggio è arrivata la miglior prestazione al tiro da 3 del campionato in una sola gara, ben 22 triple a bersaglio contro Varese che nulla ha potuto di fronte al quasi 60% di realizzazione.
S come Stranieri: ben 11 sono quelli passati sulle sponde del Crostolo. Blums, Bostic Cham, Elegar, Johnson, Kyzlink, Koponen, Lemar, Sims, Sutton, Taylor. Nell’anno di Pillastrini furono 13. Due o tre si potrebbero ancora vedere con la maglia biancorossa.
T come Torri gemelle: due lunghi del valore di Elegar e Sims difficilmente si potranno rivedere a breve nel roster reggiano. La coppia, nata frettolosamente per necessità oggettive, alla fine non è mai decollata.
U come Unipol Arena: la casa in affitto della Pallacanestro Reggiana. Bella, lontana, desolatamente vuota.
V come Vorremmo sapere quanto è costata questa pandemia al basket. E non solo a casa nostra.
Z come Zona retrocessione: sono ormai anni che si sta vivendo a ridosso di questa pericolosa fascia di classifica. E’ bene ripensare agli anni dell’era Menetti, in cui forse non ci si rendeva perfettamente conto dei risultanti che si stavano ottenendo.















