REGGIO EMILIA – A fine agosto 1912 i reggiani scoprirono per la prima volta gli aerei. Un evento che scatenò la partecipazione di almeno 20mila persone.
Racconta un cronista dell’epoca di aver visto un anziano piangere di fronte a quel nuovo prodigio. “Venne organizzata questa prima, a quanto risulta in assoluto, manifestazione aviatoria, al campo Mirabello, che poi diventerà lo stadio”, ricorda Amos Conti, ricercatore storico.
Era il tardo pomeriggio di una domenica di sole e in decolli e atterraggi si alternarono due piloti, Romolo Manissero e Giorgio Rossi, entrambi militari di ritorno dalla guerra coloniale di Libia in cui perse la vita quello stesso giorno anche un aviatore reggiano, Piero Manzini, il primo caduto in operazioni belliche aeree. “La curiosità dei civili era enorme – ha aggiunto Conti – Alla manifestazione venne gente da tutta la provincia, col treno, con ogni mezzo. Il pubblico si assiepava sia dentro al Mirabello, entrando e pagando – il Mirabello era chiuso, l’area era un campo di Marte – sia al di fuori lungo la via Emilia, lungo i viali di circonvallazione per vedere gli aerei”.
A fine luglio altre migliaia di persone si erano alzate all’alba solo per assistere al decollo del tenente Francesco Roberti, diretto a Bologna. Prima ancora c’era stata l’esibizione di due mongolfiere, nel 1880 e nel 1887, ma le “macchine volanti” erano ancor più affascinanti, tanto che anche tre reggiani si cimentarono a costruirne una. “Il mito di Icaro, la voglia di volare aveva ovviamente contagiato anche i reggiani, come questi artigiani – le parole di Conti – Il tentativo di volo fatto in un prato di Due Maestà fallì”. L’elica di quel primo aereo reggiano è conservata dal pro-nipote di uno dei tre intraprendenti artigiani, Roberto Bonomo.
Gian Piero Del Monte
Reggio Emilia primo evento aviatorio primi aerei in voloLa storia del pilota reggiano caduto in guerra nel 1912. VIDEO