REGGIO EMILIA – Parliamo ora di turismo. Le strutture alberghiere della nostra montagna restano in attesa delle linee guida per l’avvio della stagione bianca. Tutto è fermo in questi giorni di lockdown. Abbiamo raccolto una testimonianza, direttamente dal crinale, mai come in questi giorni sguarnito di presenze.
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“La beffa è che sarebbe perfetto, con queste giornate qui. Una neve così richiamerebbe un turismo incredibile, senza dubbio, però capiamo anche che la situazione è molto grave e portiamo pazienza, non si può fare diversamente”,
Le settimane bianche, così come qualsiasi uscita fuori porta, sono state azzerate. E’ in un paesaggio incantato e al tempo stesso surreale che si trovano a vivere i gestori del Rifugio Segheria di Villa Minozzo, a quota 1400 metri, un’ora di cammino da Civago seguendo il sentiero 605 del Cai. La struttura è gestita da Sara Perazzoli assieme al compagno. Un’avventura, la loro, cominciata nel marzo 2020. “Abbiamo firmato due giorni prima che chiudesse tutta l’Italia. Non è stato il modo migliore per iniziare, ma siamo riusciti ad adattarci”.
L’unico contatto possibile coi clienti e con gli appassionati di montagna al momento è rappresentato dalla pagina su Facebook, aggiornata quotidianamente: “Siamo le uniche persone su tutto il crinale. Anche solo sapere quanti metri di neve sono caduti, che condizioni ci sono di solito vedo che fa piacere”.
Il livello del manto nevoso è arrivato a un metro e dieci centimetri. E sono previste altre “fioccate”. Senza il fattore covid, si sarebbe trattato davvero di una stagione ideale per il turismo e per chi pratica sport invernali. “Mi ha fatto piacere vedere la solidarietà delle persone, che capiscono come tutto il settore sia in difficoltà. Se ci fanno riaprire dal 7 gennaio saremo operativi, sia con servizio di asporto che con ristoranti e pernottamenti”.
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