RUBIERA (Reggio Emilia) – Molti sono venuti vestiti di nero, con cartelli e striscioni, e si sono ritrovati nella piazzetta della frazione di Marzaglia, sulla sponda modenese del Secchia, per dar vita a un simbolico funerale degli alberi abbattuti nel corso dell’estate nell’alveo del fiume per i lavori di sistemazione e ampliamento delle casse di espansione fra Rubiera, Modena e Campogalliano.
Aldo Meschiari, del comitato “difendiamo il parco del Secchia”: “Le foreste ripariali sono di per se stesse un presidio di sicurezza, perché rallentano il corso del fiume e le piene e assorbono l’acqua. L’Aipo, in nome della sicurezza, ha tagliato 40 ettari di foresta in maniera totalmente inutile”. Aipo, Agenzia interregionale per il bacino del Po, è ovviamente di parere opposto. Ritiene inevitabile quell’asportazione di alberature dal letto del fiume, ma ammette l’errore di un taglio andato oltre il dovuto da parte della ditta incaricata dei lavori. Per questo, su prescrizione dell’Ente Parchi dell’Emilia centrale, dovrà procedere a piantumazioni supplementari in aggiunta a quelle già previste come compensazione del bosco scomparso.
“Siamo molto critici sul fatto che adesso ci dicano che verrà compensato con la piantumazione di altri alberi che, intanto, nessuno ha capito dove. L’utilizzo di questo parco e i benefici li vedremo fra 25-30 anni”, ha detto Giordano Vernia, anch’egli del comitato “difendiamo il parco del Secchia”.
In corteo, gli ambientalisti hanno raggiunto la riva del Secchia e si sono inoltrati lungo l’argine della cassa di espansione fino alla diga di Campogalliano. Assieme a loro anche il comitato di Ospizio, che contesta il progetto di urbanizzazione dell’area della ex casa di riposo. “Siamo qua perché rappresentiamo il comitato che vuole salvare il bosco Ospizio, un’altra area verde, a Reggio sulla via Emilia, che rischia appunto di essere tagliata per costruire l’ennesimo Conad. Siamo qua perché i territori devono essere protetti perché siamo in piena crisi climatica”, le parole di Ilaria Messenzana.
“La pulizia dell’aria, l’ossigenazione, la cattura della anidride carbonica e delle polveri sottili, dipendono dalla quantità di alberi che noi piantiamo”, ha aggiunto Meschiari.
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