REGGIO EMILIA – Un gruppo di docenti ed educatori di Reggio Emilia ha inviato alle redazioni una lettera aperta per contestualizzare le parole dell’assessora Marwa Mahmoud che ha parlato di “decolonizzazione del sapere” alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2025 a Bologna. Parole che hanno scatenato un dibattito e molte polemiche. Il tema sarà anche al centro della puntata di questa sera de “Il Graffio”.
Pubblichiamo integralmente la lettera con le 87 firme
Noi, docenti di scuola primaria e superiore di primo e secondo grado ed educatori in servizio nelle scuole di Reggio Emilia e firmatari di questa lettera, riteniamo doveroso intervenire nel dibattito seguito alle dichiarazioni dell’assessora alle Politiche Educative, Marwa Mahmoud, espresse in occasione della presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2025 tenutasi a Bologna il 4 novembre.
Respingiamo le strumentalizzazioni che hanno travisato il suo significato sistemico, trasformando un invito al dibattito all’interno di un convegno in una presunta accusa personale.
L’assessora Mahmoud ha pronunciato il suo intervento in un contesto, quello del Dossier Immigrazione, da sempre dedicato ai temi del multiculturalismo e dell’inclusione. Parlando di “decolonizzazione dello sguardo”, l’assessora ha portato all’attenzione del dibattito una affermata teoria pedagogica di tipo sistemico, nota come Decolonizzazione del Sapere o Pedagogia Critica. Questa teoria, elaborata e discussa da intellettuali e accademici a livello internazionale da decenni, non è stata coniata dall’assessora, che ne sostiene semplicemente gli assunti teorici.
Tra i maggiori esponenti di questo pensiero citiamo Paulo Freire, padre della Pedagogia degli Oppressi, e Walter Mignolo, uno dei teorici centrali del gruppo Modernità/Colonialità.
La teoria in questione non è in alcun modo una valutazione sull’incapacità o sulla mancanza di dedizione dei docenti, ma un’analisi di come i nostri saperi interiorizzati e i curricula scolastici possano riprodurre, involontariamente, gerarchie culturali e prospettive eurocentriche ereditate dal passato. È un invito all’autoriflessione e al miglioramento collettivo.
La tematica della decolonizzazione non è estranea ai contesti di studio italiani né alla presentazione del Dossier Immigrazione.
· Già in passato nel 2017, in occasione dello stesso convegno, Insaf Dimassi (Movimento Italiani Senza Cittadinanza) nel suo intervento ha sottoposto al dibattito le medesime critiche strutturali, senza che questo generasse la medesima ondata di accuse.
· Questa tematica anima da tempo il dibattito accademico, con gruppi come il collettivo Decolonizing the Academy (Università di Bologna), composto da studenti e ricercatori, che analizzano l’impronta coloniale nelle istituzioni e in ambito universitario.
· Il collettivo Docenti per Gaza ha promosso un’iniziativa a livello nazionale (disponibile su youtube) dal titolo: “Pensare Altre Menti – Conversazioni per decolonizzare lo sguardo”.
Nessuno si sognerebbe di accusare questi studiosi o collettivi di docenti – né intellettuali italiani come Massimiliano Tarozzi (riferimento per la Pedagogia Critica) – di attaccare i docenti e di accusarli di razzismo o incompetenza. Le accuse mosse all’assessora nascono palesemente dall’aver estrapolato e stravolto le frasi “decolonizzare lo sguardo” o “decolonizzare le nostre cartine mentali”, separandole dal contesto teorico e dal dibattito specialistico in cui sono state pronunciate. Vogliamo sperare che ciò sia avvenuto per mancata conoscenza delle teorie pedagogiche citate e non per intenzionale pregiudizio.
Troviamo inaccettabili le centinaia di commenti misogini e islamofobici che hanno invaso i social media, molti dei quali al limite della diffamazione. Questi attacchi spostano il focus da un costruttivo dibattito pedagogico ad una gogna personale.
Se si vuole individuare chi offende realmente la scuola e i docenti, è bene guardare alla politica che, a livello nazionale:
· Delegittima il ruolo dei docenti con retribuzioni umilianti (ultimi in Europa, esclusa la Grecia) e carichi burocratici insopportabili.
· Costringe gli studenti in classi pollaio che rendono la personalizzazione dell’insegnamento difficile, se non impossibile.
· Ritiene adeguate classi con più di uno studente con grave disabilità insieme ad altri studenti con bisogni educativi speciali.
L’assessora Mahmoud, con la quale abbiamo collaborato per anni a Reggio Emilia su progetti di inclusione e multiculturalismo, è un’alleata della scuola e di chi a scuola lavora. Il nostro sostegno va a lei e alla libertà di portare il dibattito accademico nelle istituzioni, un presupposto fondamentale per il progresso della nostra scuola.
LE FIRME
Ilaria Alessandri, Francesco Amato, Marco Vincenzo Ambrosi, Andrea Aldini, Raffaella Ardito, Federica Bagni, Roberto Baldini, Alessio Bartolucci, Jessica Bandini, Elena Benati, Barbara Bertani, Elisabetta Bertolini, Paolo Bosso, Maria Giovanna Borsalino, Maria Teresa Borsalino, Gessica Bonfatti, Liusca Boni, Fabio Bonvicini, Francesco Buccolo, Luca Caleffi, Cristina Capelli, Stella Caporale, Federica Caprari, Camilla Capriati, Elisabetta Casu, Gianluca Chierici, Delia Cardinale, Paola Cavallini, Elisabetta Cerchi, Marco Cosentina, Maria Concetta Curcuruto, Carolina De Luca, Raffaele Didato, Monica Di Bari, Stefano Di Donato, Marcella Ferri, Michele Ferrari, Raffaella Ferragni, Vittorio Fichera, Rosanna Fontana, Marcella Freddi, Giulia Galeotti, Antonella Galetta, Federica Gatti, Rita Gandino, Anna Grisendi, Annalisa Guidetti, Fabiana Ibatici, Kiranjit Kaur, Anna Lodesani, Pamela Lorenzani, Cecilia Maffei, Francesco Manzini, Giorgia Manzini, Benedetto Maritato, Stefano Maselli, Jessica Mazzoni, Marco Martinelli, Paola Montanari, Mariachiara Morello, Giulia Nasuti, Egina Orlando, Lucia Puccioni, Cinzia Pulneri, Manuela Prandini, Palmina Perri, Viviana Pettineo, Francesca Sassi, Domenico Santonastaso, Rachele Sighinolfi, Francesca Simonazzi, Rosaria Sicignano, Paola Semeghini, Sabrina Centofanti, Marco Soragni, Rosangela Sportelli, Francesca Tondelli, Simona Tocco, Silvia Varazzani, Silvia Veroni, Giuseppa Vizzini, Roberto Visicchio.













