REGGIO EMILIA – Dall’insediamento di Calogero Paci a capo della procura reggiana è passato un anno, un anno denso di avvenimenti. Dal ritrovamento del corpo di Saman Abbas, all’inizio del relativo processo, fino ad arrivare a questi giorni, all’omicidio di un giovanissimo senza fissa dimora avvenuto in stazione centrale. “E’ un territorio dove c’è una grande domanda di giustizia, la procura è un avamposto. L’emergenza maggiore è la scarsa collaborazione degli operatori economici e l’assenza di denunce di false fatturazioni e usura”.
L’emergenza interna, invece, che si riflette ovviamente sul lavoro quotidiano aumentato di molto, è l’organico. Tra giugno e ottobre la metà dei sostituti procuratori, ovvero quattro unità, andrà via da Reggio. Ma Paci è ottimista sul futuro: “Ce la faremo”, dice. Parla di tanti obiettivi raggiunti, in sinergia con la procura generale e con la presidente del tribunale. Tra questi, far sì che il Csm assegnasse altrettanti 4 posti a Reggio tra le prossime assegnazioni. “Solo per Reggio e Palermo il Csm ha assegnato quattro posti; mancano comunque due magistrati e un procuratore aggiunto”.
Spesso, ultimamente, i fari si sono accesi su Reggio Emilia e sul suo tribunale. I casi mediatici non sono mancati. Nelle ultime ore, la Corte d’Appello ha assolto Claudio Foti, tra i principali imputati del processo sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza. Ma per il procuratore capo non ha rappresentato uno scossone all’impianto accusatorio. “Sono molto sereno”.
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