REGGIO EMILIA – E’ passato un anno dalla prima delle due alluvioni che hanno messo in ginocchio un’area vasta della Romagna. Dalle prime ore si mise in moto la macchina degli aiuti, giunti anche dal nostro territorio.
“Lungo una via, in discesa, si vedeva il segno dell’acqua. Le case erano state inondate fino al primo piano. Le persone buttavano i mobili dal balcone. Era impressionante”. Pulire, sgombrare abitazioni, uffici, negozi e luoghi pubblici. Contribuire al ritorno alla normalità dopo la devastazione causata da torrenti straripati. Gaia Stagnani fa parte dell’associazione brescellese di Protezione civile. Ha fatto parte anche lei, un anno fa, dell’esercito di volontari armati di stivali e badili, equipaggiati con idropulitrici, motopompe e sommerse. “La prima impressione è stata quella del caos”.
E’ durata una decina di giorni l’esperienza di Gaia in Romagna, dove è intervenuta nell’Imolese, nel Ravennate, a Forlì e in particolare a Faenza. In zone sia urbane che rurali.
Reggio Emilia alluvione romagna romagna sott'acqua Gaia Stagnati