NOVELLARA (Reggio Emilia) – “Non abbiamo più avuto contatti con il console; nell’ultima visita si è congedato, adesso c’è una donna”.
Impegni e promesse. Parole, certo, e non azioni, ma dallo scorso autunno nemmeno più quelle.
Silenzio da parte delle autorità pakistane, mentre il tempo passa e mentre sta per scoccare il primo anno dalla scomparsa di Saman Abbas. Gli inquirenti ritengono che la 18enne sia stata uccisa nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Un tempo da una parte immobile, quindi, dall’altra, quella delle indagini, piuttosto frenetico e arrivato alle soglie di un processo chiesto dalla procura per tutti e cinque i famigliari indagati; dall’altra ancora, ciclico: è il tempo dell’azienda agricola nella quale il padre, lo zio e i cugini di Saman lavoravano.
Il titolare si prepara a un altro raccolto delle sue cocomere. Quello dello scorso anno è stato fatto mentre i carabinieri, sotto il sole e al caldo delle serre, facevano i carotaggi manuali per cercare, invano, il corpo della 18enne. “Hanno fatto il loro lavoro – dice – Abbiamo scelto, proprio per questo, di non chiedere i danni. A un anno di distanza c’è tanta amarezza: erano persone di cui ci fidavamo. Fino alle ultime immagini nutrivamo ancora una speranza che nulla fosse successo”.
Le ultime immagini riguardano quei metri percorsi da Saman quella notte nel viottolo davanti a casa, ancora sotto sequestro. E’ con
la madre e il padre. La 18enne non riapparirà più. “La mancata collaborazione danneggia anche la tanta brava gente che lavora e studia sul nostro territorio – le parole del sindaco di Novellara, Elena Carletti – Il consolato aveva sollecitato la nascita di un’associazione della comunità pakistana, che ancora non è nata”.
Negli studi de Il Graffio, ieri sera, il sindaco ha anche spiegato la scelta di non organizzare nessuna iniziativa specifica nel giorno dell’anniversario della scomparsa della ragazza, che per un paio d’anni, quando è arrivata a Novellara, ha frequentato l’istituto comprensivo “Ligabue”. Anche qui, nessuna iniziativa neanche durante l’anno appena trascorso: “Ci sono indagini in corso”, ha detto la preside. “Da mesi lavoriamo, abbiamo quintuplicato sforzi e progetti: c’è un processo alle porte, prima di tutto vogliamo la verità”, ha concluso il primo cittadino.
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