REGGIO EMILIA – In nessuna relazione si ama mai allo stesso modo. All’inizio c’è la passione prorompente, poi arrivano le tappe della vita, il desiderio di costruire qualcosa insieme. Cominciano i compromessi, emergono i caratteri tra pregi e difetti. C’è chi è più istrionico e si lamenta a voce alta; poi magari si pente e ritratta, avendo dalla sua tutto quello che ha fatto e raggiunto. Intanto, dall’altra parte c’è chi rimane molto più in silenzio, chi cerca di mettere se stesso da parte per il bene di quegli obiettivi ma che non dimentica. E alla fine è lui a decidere che basta così.
Una scelta maturata, in questo caso, nel corso del tempo e che mano a mano ha preso corpo: le prime riflessioni in questo senso risalgono a ottobre e novembre, vedasi Fiorenzuola e Pontedera. La Reggiana esonera Aimo Diana, l’allenatore dei 167 punti in due anni, di una promozione scippata ai granata dal gol di un portiere nei minuti di recupero di un match e di una Serie B talmente sognata e sudata che ancora i tifosi fanno fatica a pensare che sia vera. Ma lo è, e che una guida che è già storia non venga confermata è cosa rarissima nel mondo del calcio. Anche se a Modena – sempre lì, la città che più spesso parlando di calcio abbiamo citato in questi due anni come “avversaria” – è accaduta praticamente la stessa cosa con Tesser, visto che per una matricola una salvezza tranquilla vale quasi come una promozione.
Le motivazioni sono sia comportamentali sia tecniche e paga l’assenza di feeling col direttore sportivo. Il rapporto di Diana con la Reggiana si concluderà il prossimo 30 giugno ma il tecnico bresciano, a cui comunque le offerte non mancano, rimarrà sul libro paga granata assieme al suo staff fino a quando non troverà una nuova casa. “Tutta la famiglia granata augura loro le migliori fortune per il prosieguo della carriera professionale. Grazie mister!!!” con tre punti esclamativi. Queste poche righe hanno ufficializzato l’addio di cui si andava dicendo da giorni.
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