REGGIO EMILIA – Rosi Bindi è stata ospite dell’Anpi ieri sera al centro sociale Orologio, nell’ultimo di una serie di incontri pubblici dedicati all’invasione russa dell’Ucraina e alle possibili strade per arrivare al cessate il fuoco. “Noto, purtroppo, un’indifferenza da parte del popolo italiano – le sue parole – C’è preoccupazione, però non si fa sentire la voce delle associazioni, del movimento per la pace”.
Più volte ministro, già presidente della commissione antimafia, la Bindi è fuori dal parlamento dal 2018, ma continua a seguire con passione l’attualità. Specie se, come adesso, di mezzo c’è una guerra che ha provocato molte vittime e milioni di profughi. “Io gradirei una partecipazione popolare più forte – ha aggiunto – che facesse arrivare a chi ci governa e ai responsabili di questa situazione – che sono molti, anche se c’è un responsabile principale – la voce del popolo che vuole la pace, non la guerra”.
Nelle parole dell’ex presidente del Pd è inequivocabile la condanna dell’aggressione russa, ma è esplicita anche la critica alla posizione dell’Italia e dell’Europa, ritenuta troppo schiacciata sulla linea degli Stati Uniti. Uno schiacciamento che, a giudizio della Bindi, impedisce di giocare un ruolo di mediazione per il cessate il fuoco e ci sta costando caro in termini economici e sociali. “Noi facciamo parte dell’Alleanza Atlantica, dell’Occidente, ma dovremmo rivendicare una maggiore autonomia rispetto agli Stati Uniti, come del resto è nella tradizione della politica estera italiana”, ha concluso la Bindi.
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