REGGIO EMILIA – L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è iniziata. Alle 4 del mattino italiane, Vladimir Putin ha lanciato quella che ha definito “un’operazione militare speciale”, che col passare dei minuti si è rivelata un attacco vero e proprio. È stato lo stesso presidente russo ad annunciarla in un discorso in tv. Poche ore dopo le prime esplosioni avvertite in diverse città abbiamo intervistato Antonina Bota, che per 20 anni ha lavorato a Guastalla e ora è tornata in Ucraina dall’anziana madre.
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“Mi commuovo, l’ho saputo 5 ore fa e le forze emotive mi stanno lasciando, ma il nostro compito ora è accogliere chi ha bisogno”. Quando riusciamo a parlare con Antonina Bota sono passate davvero poche ore dall’annuncio, in tv, del presidente russo Putin di quella che ha definito un’operazione militare speciale in Ucraina, affermando di dover proteggere il Donbass, di fatto un attacco vero e proprio dopo vari tentativi di mediazione falliti. Antonina Bota, che ha una casa e una figlia a Gualtieri e ha lavorato a Guastalla per 19 anni, ora è tornata dall’anziana madre a Cernivci, nella regione occidentale del Paese, lontana circa 700 km dalla capitale Kiev. Lì non si sentono i bombardamenti, ma Antonina è pronta ad ospitare i parenti in fuga dalle città coinvolte. “Mia sorella vive a Odessa, e mio nipote a Kiev, stamattina mi hanno telefonato e mi hanno detto: ‘Preparatevi che dovremo venire lì'”.
Vicina alle zone interessate dall’invasione invece la scuola voluta da Don Giuseppe Dossetti a Zytomyr. Raggiungiamo al telefono Sofia Beliak, la fondatrice della scuola, che ci parla di tanta gente in fuga dalla città, code interminabili nei supermercati, in banca e dai benzinai. Le scuole e gli asili sono chiusi, gli aeroporti non funzionano e tra la gente si sta diffondendo il panico. Antonina è molto addolorata. “Quello che mi addolora di più è l’ipocrisia di chi specula con le armi”.
Condanne all’attacco sono giunte da più parti, anche dalla Nato e dall’Europa. “Come ci si comporta con un bullo, ma un bullo che sta uccidendo, dobbiamo essere tutti contro di lui… Noi non siamo contro chi è russo, anzi, ma a questa politica che ci vorrebbe sottomettere, i miei nonni e i miei genitori sono stati privati della dignità, l’abbiamo riconquistata e non la vogliamo perdere”.
Manifestazione in piazza Prampolini a Reggio
Istituzioni e sindacati scendono in piazza per chiedere l’immediata fine delle ostilità in Ucraina. Oggi pomeriggio alle 18 in Piazza Prampolini la Cgil organizza una manifestazione pubblica contro la guerra. Sabato pomeriggio alle 17, sempre in Piazza Prampolini, anche Comune e Provincia promuovono un Presidio per la pace.
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