REGGIO EMILIA – Sarà interrogato nelle prossime ore il 23enne che gli inquirenti ritengono essere l’omicida del 18enne Mohamed Alì Thabet, accoltellato in stazione tra il 30 e il 31 maggio. Noi questa mattina abbiamo incontrato uno degli amici più cari di Mohamed, che era suo vicino di casa in un paese della Tunisia. Moatez Bel Hajslama ha 18 anni solo da due settimane.
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“E’ del mio paese, ha una famiglia normalissima, è venuto qui per aiutare la sua famiglia, ma non ha trovato nessuno che lo aiutasse”. Moatez ha 18 anni da poche settimane, è arrivato in Italia dalla Tunisia come clandestino quando ne aveva solo 16. Nel suo paese d’origine, Zéramdine, era vicino di casa di Mohamed Alì Thabet, il 18enne ucciso in stazione tra il 30 e il 31 maggio scorsi. “Era buono lui ma nessuno l’ha aiutato”.
Moatez la mattina del 31 maggio stava andando a scuola quando ha visto il corpo senza vita dell’amico in stazione. “Stavo andando a scuola a Bibbiano in treno, ho visto la polizia e ho chiesto chi era… è la cosa più brutta che ho visto nella mia vita”.
Anche se i carabinieri hanno arrestato il presunto assassino, il 23enne Hadi Trabelsi, l’amico di Mohamed non trova pace. “Non lo conosco, è impossibile che avesse un amico così, dormivano insieme in stazione. Io sto male, io non dimentico”.
Moatez conosce anche i genitori e i parenti di Mohamed ma non ha avuto il coraggio di chiamarli. “Ho visto lo zio che è venuto a Reggio nei giorni scorsi, ma non posso chiamare la mamma, lei sta malissimo”.
Moatez quando è arrivato a Reggio è stato accolto nella comunità ‘La Nuova Luce’ e Maria Diletto è per lui come una mamma. Ora da due settimane ha trovato un appartamento con altri ragazzi, ha un documento provvisorio e un lavoro come magazziniere. “Sono fortunato, perché avrei potuto fare la fine di Mohamed”.
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