LUZZARA (Reggio Emilia) – Il reato è rimasto omicidio preterintenzionale, e non omicidio volontario. Ma la sentenza è stata confermata: anche in Appello, i fratelli Charanjit Singh e Paramjit Singh, indiani di 43 e 42 anni, sono stati condannati a 10 anni per la morte del loro collega e connazionale 38enne Ranjeet Bains. Il delitto era avvenuto nel febbraio 2022 a Codisotto di Luzzara, a pochi chilometri dal confine lombardo, nella ditta metalmeccanica Quattro B. Tutte le testimonianze raccolte dagli inquirenti hanno fin da subito parlano di una vera e propria aggressione da parte dei Singh nei confronti del connazionale, colpito con calci e pugni ma anche con un badile.
Bains non era morto immediatamente: aveva fatto in tempo a conferire con i carabinieri, ma poi era collassato per non riprendersi più. L’ipotesi è che la cosa fosse maturata in un clima di tensione aziendale. Alcuni colleghi avevano riferito che i due fratelli facevano pressioni sulla vittima affinché lasciasse il posto di lavoro a favore di un loro famigliare. La sentenza di primo grado risale al marzo scorso: in tribunale gli imputati si erano detti pentiti e che non avrebbero voluto uccidere Ranjeet. Mentre le difese – gli avvocati Angelo Russo, Annalisa Guano e Giuseppe Migale Ranieri – avevano ritenuto troppo pesante la condanna, e in Appello hanno chiesto il minimo della pena, c’era stato lo sgomento della vedova della vittima, rappresentata, con i famigliari, dagli avvocati Francesco Tazzari e Mauro Intagliata, che viceversa aveva urlato il suo dolore per una decisione troppo mite.
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