LUZZARA (Reggio Emilia) – Restano in carcere Paranjit Singh e Caranjit Singh, i due fratelli indiani di 41 e 40 anni arrestati con l’accusa di aver ucciso il connazionale Ranjit Bains, 38 anni, lunedì alla Quattro B, azienda metalmeccanica di Codisotto di Luzzara. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Giudice per le indagini preliminari che ha confermato la misura cautelare. Gli avvocati difensori, Annalisa Guano e Caterina Caldarola, stanno valutando se presentare ricorso. Gli accertamenti proseguono. Fondamentale sarà l’autopsia: l’esito dell’esame sul corpo della vittima, che inizierà domani, potrà dare indicazioni chiare sulle cause della morte, indirizzando il procedimento giudiziario a carico dei due indagati.
Tutte le testimonianze raccolte dagli inquirenti parlano di una vera e propria aggressione da parte dei Singh nei confronti del 38enne. Sui dettagli deve ancora essere fatta piena luce. L’uomo potrebbe essere stato tenuto fermo da uno dei due fratelli mentre l’altro lo colpiva con calci e pugni. I due potrebbero aver utilizzato anche una pala, che poi i carabinieri hanno sequestrato. Bains si sarebbe alzato, avrebbe parlato addirittura con i carabinieri, per poi collassare poco dopo e non riprendersi più. Sarà l’autopsia dunque a chiarire le cause del decesso. L’accusa per i due Singh resta al momento quella di omicidio preterintenzionale.
Il movente resta un giallo: da accertare la versione fornita da alcuni colleghi secondo cui i due fratelli facessero pressioni sul 38enne per lasciare il posto ad un loro familiare. La Fiom, attraverso il suo segretario Simone Vecchi, fa sapere di essere pronto ad andare in Procura per fornire tutti gli elementi in suo possesso. Ranjit Bains era padre di due bambini piccoli. La moglie si è affidata ad un legale, l’avvocato Mauro Intagliata. I genitori della vittima sono già arrivati in Italia dall’India.
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