CAMPEGINE (Reggio Emilia) – Ha patteggiato a 4 anni e mezzo Francesco Riillo, l’artigiano edile di 41 anni che il 17 novembre del 2023, a Caprara di Campegine, era alla guida del furgone il cui carico, non assicurato a dovere, finì per investire l’auto su cui viaggiavano tre ragazzi: il 21enne Hicham Outtas e il 19enne Anuar Mastaki morirono praticamente sul colpo, mentre l’altro 21enne Ahmed Habbou, che sedeva sui sedili posteriori, si salvò per una fortunata coincidenza.
Giovedì in tribunale si è tenuta l’udienza al termine della quale il giudice per l’udienza preliminare, Matteo Gambarati, ha siglato l’accordo tra l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Valentina Salvi, e gli avvocati che difendevano Riillo, ovvero Claudia Pezzoni e Federico Bertani: 4 anni e mezzo, come detto, per omicidio plurimo aggravato con le aggravanti di omissione di soccorso e guida senza patente, che gli era stata ritirata mesi prima per guida in stato di ebbrezza. L’uomo, che ha già scontato diversi mesi tra carcere e arresti domiciliari, non tornerà dietro le sbarre poiché ha diritto a espiare ciò che resta della pena con una misura alternativa. A questo pro, a stretto giro di posta verrà presentata la proposta di affidamento ai servizi sociali. In aula non era presente l’imputato, ma c’erano una decina di familiari delle vittime oltre ad Habbou. All’esito dell’udienza grande è stato il loro disappunto per l’accordo siglato tra le parti.
Intorno alle 18.30 di quel 17 novembre il furgone Iveco di Riillo aveva perso pesanti ponteggi per l’edilizia, che erano finiti addosso all’auto, una Citroen Picasso, sulla quale viaggiavano i giovani. Il tremendo schianto era avvenuto sulla Sp 111, nei pressi della rotatoria di Calerno. Altri due mezzi erano rimasti coinvolti, con cinque i feriti. L’autista del furgone si era fermato in un primo momento, per poi tornare a bordo e fuggire senza prestare soccorso. Solo in seguito era stato rintracciato dagli investigatori, che erano arrivati a lui grazie al sistema di videosorveglianza stradale.
Concluso il penale, ora resta l’aspetto civile: dal momento che le assicurazioni dei mezzi non riescono a raggiungere un accordo, è stata avviata una causa con udienza fissata per la fine di dicembre.
“Delusi dalla sentenza di patteggiamento, pena non proporzionata”. VIDEO
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