Uccisa dal calcio di un cavallo: i nodi dell’inchiesta della Procura sulla morte di Arianna Giaroli. VIDEO

SAN MARTINO IN RIO (Reggio Emilia) – Le indagini e il dolore, che si intrecciano senza soluzione di continuità quando è una ragazzina di 13 anni a morire in un momento per lei di massima gioia. Arianna Giaroli nutriva una passione grande per i cavalli e il maneggio di San Martino in Rio in cui è rimasta vittima dell’incidente fatale era uno dei suoi luoghi preferiti.

La sua salma è a disposizione della procura, che ha aperto un’inchiesta. L’eventuale ipotesi di reato non potrà essere che omicidio colposo; intanto, quello che stanno facendo gli inquirenti, con gli accertamenti in capo ai carabinieri, è costruire il quadro attorno al fatto per capire se possano esserci profili di responsabilità penale. Arianna è stata scalciata da un cavallo giovedì attorno alle 17. Era sola in quel momento, si trovava al centro ippico “Il vigneto”, ma non per fare lezione. Voleva stare un po’ con l’animale. Lo stava conducendo a mano al momento del fatto.

Impossibile a ora sapere cosa abbia scatenato l’equino, che ha parecchi anni ed è della scuola. Gli inquirenti cercano di capire da quanto tempo la ragazzina fosse sola. Pare che Arianna non indossasse il casco, ma il suo utilizzo è obbligatorio solo quando si è in sella e lei non lo era. La struttura non è sotto sequestro, ma i cancelli erano chiusi stamattina. Chi era dentro, al lavoro, non aveva alcuna voglia di parlare.

Arianna lascia la mamma, il papà che lavora a Correggio e il fratello. La famiglia vive a Carpi. Gli alunni delle medie Fassi – Arianna frequentava la terza – hanno trascorso una mattinata pesantissima nel pensare a lei assieme ai loro insegnanti. “Sarai sempre nel nostro cuore Ari” il pensiero che i suoi compagni le hanno rivolto sotto forma di striscione. Il sogno della 13enne era aprire un ranch negli Stati Uniti. I suoi organi saranno speranza di vita per qualcun altro: l’espianto è avvenuto in mattinata.

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