CANOSSA (Reggio Emilia) – Il brutale gesto omicida costato la vita a Liliana Stefanatto ha lasciato sconvolte le persone che la conoscevano. Come emerge dalle testimonianze che abbiamo raccolto.
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“Non oso immaginare il dispiacere che avesse questa donna”. La disgrazia che le aveva causato il dolore più grande della vita era accaduta mentre si trovava in Argentina. Liliana, che da amici e parenti era chiamata Lilly, a causa delle restrizioni dovute al Covid non era riuscita a prendere un volo per partecipare ai funerali del figlio Andrea.
“Subito si pensava a una morte di crepacuore”, dice un amico. “Quando la figlia mi ha chiamato per dirmi ‘la mamma è morta’, ho pensato che l’avesse fatta finita, invece l’hanno uccisa”. Paola è un’amica storica della famiglia Grizzi. Ha visto nascere e crescere i figli di Liliana. Per loro era una sorta di zia.
Il viso di Andrea compare in una foto sopra a un mazzo di fiori deposto nel luogo del fatale scontro sulla provinciale. E’ sorridente e trasmette lo stesso tipo di serenità che anche la madre era in grado di suscitare nelle persone che aveva accanto, racconta chi l’ha conosciuta.
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