REGGIO EMILIA – Al processo sulla presunta truffa delle mascherine acquistate dall’Ausl durante la fase più emergenziale dell’epidemia di Covid, Giovanni Morini, ingegnere e dipendente dell’Azienda sanitaria reggiana è stato assolto. Il fatto non costituisce reato. La vicenda risale al 2021, quando la guardia di finanza sequestrò 2,2 milioni di mascherine. Merce ritenuta non conforme, oggetto di un appalto da oltre 5 milioni di euro.
Per Morini, l’unico degli indagati ad avere scelto l’abbreviato, erano stati chiesti dal Pm due anni di condanna. Secondo l’accusa l’ingegnere aveva omesso i controlli sui dispositivi.
Il verdetto con l’assoluzione è arrivato nell’udienza preliminare di ieri, nel corso della quale il gup Luca Ramponi, ha rinviato a giudizio l’ex risk manager dell’Ausl, e vicepresidente dell’Ordine dei Medici Pietro Ragni, e due imprenditori: il trentino Paolo Paris e Lorenzo Scarfone, residente a Poviglio.
Ragni secondo l’accusa sarebbe stato corrotto per favorire l’aggiudicazione del contratto. Corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture sono i reati ipotizzati per i due imprenditori, che sono stati assolti invece per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio continuato. Per i tre il processo comincerà il 24 aprile.
Nei confronti degli intermediari che procurarono la merce, il francese Robert Claude Birnbaum e la spagnola Isabel Martinez Sabal, il giudice ha deciso per il non doversi procedere in quanto “il fatto non costituisce reato”.