REGGIO EMILIA – La procura di Reggio ha chiesto il rinvio a giudizio per i sei indagati nell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza e denominata “The mask”.
Si è chiusa così la fase delle indagini preliminari del procedimento incentrato sulla presunta truffa ai danni dell’Ausl e legata a una fornitura di dispositivi di protezione. Una vicenda che risale al 2020, nel pieno dell’emergenza pandemica dovuto al Covid, emersa a marzo dell’anno successivo. Al centro il maxi appalto per l’acquisto di 4 milioni di mascherine, del valore di quasi 6 milioni di euro, che sono state considerate non conformi.
I sei indagati sono accusati a vario titolo di aver inquinato l’appalto per trarne un profitto: le ipotesi di reato vanno dalla corruzione, alla truffa, alla frode. I due imprenditori Lorenzo Scarfone e Paolo Paris sono finiti agli arresti domiciliari dopo che la Cassazione ha confermato la misura cautelare che era stata disposta dal tribunale del Riesame; sono accusati anche di false fatturazioni e auto-riciclaggio del denaro proveniente dall’illecita vendita dei dispositivi di protezione all’azienda sanitaria reggiana.
I restanti indagati sono l’allora responsabile del rischio dell’Ausl, oggi in pensione, Pietro Ragni, il responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ausl, Giovanni Morini, e altri due imprenditori stranieri considerati gli intermediari. L’udienza preliminare è stata fissata per il 27 novembre.
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