CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – La pena è stata dimezzata, o quasi, per Sergio Petroni, il subagente di Ina Assitalia, compagnia confluita poi in Generali. Petroni era stato condannato alla fine del 2018 a quattro anni per i reati di truffa aggravata, appropriazione indebita ed esercizio abusivo di attività di intermediazione assicurativa.
Una truffa da 10 milioni di euro quella che era stata accertata con l’imputato, reo confesso, che aveva ammesso, nel corso del processo di primo grado, gli illeciti compiuti nell’arco di 25 anni durante i quali aveva fatto sparire i soldi dei suoi clienti. Duecentotrenta gli episodi di truffa che erano stati contestati.
Dopo l’impugnazione della sentenza chiesta dal suo avvocato Maria Silvia Grisanti, si è concluso il giudizio d’appello a Bologna. I giudici hanno ridotto il periodo di reclusione da 4 a 2 anni e 8 mesi. Diminuita anche la multa che passa da 2mila euro a 1.400. I risarcimenti destinati ai risparmiatori truffati erano stati quantificati in 9 milioni di euro dalle Generali. La stessa compagnia, che aveva stimato un milione di euro di danni d’immagine, si era poi fatta carico dei rimborsi.
Sergio Petroni, che oggi è un uomo libero, è passato alle cronache anche per vicende avvenute all’estero con un arresto in Croazia, dove era stato fermato alla guida di un furgone carico di immigrati clandestini. Un altro arresto poi in Germania nel 2019 e un ulteriore nel 2021 in Ungheria.
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