REGGIO EMILIA – Sono finiti agli arresti domiciliari Lorenzo Scarfone e Paolo Paris, i due imprenditori indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura, condotta dalla guardia di finanza, per una truffa ai danni dell’Ausl reggiana e legata a una fornitura di mascherine.
La corte Cassazione ha confermato, e dunque reso esecutiva, la misura cautelare che era stata disposta dal tribunale del Riesame, al quale si era appellato il pubblico ministero dopo un primo rigetto da parte del Gip. Ai due imprenditori è stato vietato inoltre di contrattare per un anno con la pubblica amministrazione.
La fase delle indagini preliminari è arrivata al termine. L’attività era cominciata nel marzo del 2021 nel pieno dell’emergenza pandemica. Al centro l’arrivo dalla Cina di 4 milioni di mascherine, considerate non conformi, per un valore di quasi 6 milioni di euro. Sei le persone iscritte nel registro degli indagati, accusate a vario titolo di aver inquinato l’appalto per trarne un profitto.
Scarfone e Paris avrebbero importato i dispositivi di protezione con documenti falsi: sono accusati di truffa ai danni dell’Ausl, frode in pubbliche forniture, false fatturazioni, corruzione ed auto-riciclaggio del denaro proveniente dall’illecita vendita delle mascherine all’azienda sanitaria reggiana. I restanti indagati sono l’allora responsabile del rischio dell’Ausl, oggi in pensione, Pietro Ragni, il responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione dell’Ausl, Giovanni Morini, e altri due imprenditori. Due milioni le mascherine che sono state poste sotto sequestro dalla finanza oltre a 300mila euro, considerati profitto delle false fatturazioni.
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