REGGIO EMILIA – Lo avevamo annunciato nei giorni scorsi: sono iniziati oggi i lavori di smantellamento dell’aula bunker del tribunale di Reggio, quella che ha ospitato il primo grado del maxi processo Aemilia contro la ‘ndrangheta. Il palazzo di giustizia riavrà il suo cortile più funzionale, ma deve fare i conti con alcune carenze che la stessa presidente, Cristina Beretti, definisce “drammatiche. Stiamo vivendo un periodo difficile, va sempre peggio. Se anche una sola persona va in malattia, le cancellerie sono in ginocchio”.
Una situazione resa ancor più difficile dal Covid e dal lavoro supplementare che comporta. Sulla carta alcuni dipendenti risultano in forze, ma sono dislocati in altre sedi e, in realtà, solo la metà è realmente presente. “La scopertura reale è del 32%, ma tocca il 75% per alcune figure più alte, come funzionari, direttori e cancellieri. Lo sforzo per il personale è enorme”, ha ammesso la Beretti.
A risentirne, nonostante l’aiuto dei volontari di Auser, non sono tanto i processi ma le operazioni più semplici che devono fare i cittadini. “Se chiamano a volte non risponde nessuno, non c’è gente – ha aggiunto la presidente – Adesso il ministero ha indetto un concorso e spero ci mandino qualcuno”.
Quella del personale non è la sola carenza che sta affrontando il palazzo di giustizia: “Un altro problema sono gli archivi. E’ tutto saturo, pre Covid avevamo iniziato un percorso con il Comune che aveva individuato un’area, speriamo possa riprendere il discorso”.
Nel frattempo, sono iniziati i lavori per lo smantellamento dell’aula bunker servita per il processo Aemilia: gli operai hanno allestito il cantiere, poi procederanno a smontare gli impianti e, infine, la struttura.
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