REGGIO EMILIA – L’atto che ha aperto la strada alla revoca del concordato preventivo e alla liquidazione giudiziale di Werther, Sicam e Apac è una nota del 25 gennaio 2024, con cui i commissari giudiziali spiegano al tribunale di Bologna che faticano ad acquisire la documentazione e le informazioni necessarie per svolgere il loro lavoro. Questa nota ha messo in moto un ingranaggio inarrestabile: il tribunale ha aperto un procedimento sulla base del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, il pubblico ministero ha chiesto l’apertura della liquidazione giudiziale, il 9 maggio scorso i commissari giudiziali hanno depositato un parere in cui si parla di “palpabile fragilità delle funzioni di controllo interno”.
La lista delle carenze è lunga: omesso deposito dei rendiconti mensili, incompletezza o assenza dei documenti contabili, inesattezza e incompiutezza dell’elenco dei creditori. Werther, Sicam e Apac non hanno depositato al Registro delle imprese i bilanci successivi al 2020 e non hanno neppure allegato alla ultima versione della proposta di concordato la cosiddetta attestazione, che certifica l’esattezza dei dati contabili.
La condotta più grave, a giudizio della quarta sezione civile del tribunale, è però la decisione di Werther di continuare a eseguire forniture a una società partecipata inglese, Tecalemit, senza riscuotere pagamenti. Una decisione unilaterale che, nell’arco di un anno, ha fatto lievitare i crediti verso Tecalemit di 1,3 milioni di euro. “Si è in presenza – si legge nel decreto – di una condotta quantomeno elusiva, che impone la revoca del decreto di apertura in caso di esecuzione di atti non autorizzati o, comunque, suscettibili di frodare le ragioni dei creditori”.
I giudici bollano queste operazioni come “gravi irregolarità” e richiamano un pronunciamento della Corte di Cassazione che “ha ritenuto di obiettivo carattere frodatorio la condotta di una società in concordato che aveva continuato a somministrare forniture ad un partecipata che versava in una situazione di crisi, realizzando in sostanza un finanziamento di fatto”.
Reggio Emilia Werther Sicam