SCANDIANO (Reggio Emilia) – Ricorre oggi il trentennale dell’incidente ferroviario più drammatico accaduto sulle linee locali della nostra provincia. Il 20 agosto del 1991, nei pressi di Bosco, un merci si scontrò con un treno che viaggiava sulla Sassuolo-Reggio in direzione del capoluogo.
Tutti concordarono nel dire che ebbe del miracoloso il fatto che non ci fossero morti. Trenta persone rimasero ferite nello schianto. Arrivarono 8 ambulanze, i vigili del fuoco e gli uomini della questura. I feriti furono trasportati in cinque ospedali: Scandiano, Reggio Emilia, Parma, Modena e Bologna. Nel capoluogo felsineo furono ricoverati i più gravi, tra i feriti anche i due macchinisti.
Act precisò che i mezzi non erano particolarmente datati e i lavori di manutenzione della linea ferroviaria erano stati eseguiti da poco. Due filoni di indagine, uno condotto dalla magistratura e uno dal ministero dei Trasporti, arrivarono a ipotizzare l’errore umano come causa del disastro. I mezzi incidentati riportarono danni per 500 milioni di lire. Uno dei due, quello al servizio dei passeggeri, non tornò più sulle rotaie della nostra provincia.
A Bosco il 19 agosto del 1991 per la prima volta fu messo in atto sul campo il triage, con la catalogazione dei feriti da parte dei medici in base alla gravità.
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