BAISO (Reggio Emilia) – Venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 luglio a Baiso si ripete una delle più note rievocazioni storiche della regione: la XVIII edizione della “Tavola di Bisanzio”. Per tre giornate la perla dell’Appennino diverrà teatro di numerose iniziative promosse dal comitato “La Tavola di Bisanzio” in collaborazione con tutte le altre associazioni che operano nel territorio comunale. Sarà un’occasione per gustare i prodotti tipici della nostra zona, in un’atmosfera caratterizzata da gare di abilità, spettacoli danzanti, di fuoco e musica, di altissimo livello, rigorosamente in costume d’epoca.
“Quest’anno la Tavola di Bisanzio raggiunge la maggiore età quindi cercheremo di garantire una sempre maggiore ospitalità nella ristorazione e negli spettacoli, puntando sulle famiglie a partire dai bambini, con sorprese e un parco-giochi interamente dedicato a loro”, ha detto il sindaco di Baiso Fabrizio Corti, ricordando il prezioso lavoro dei 150 volontari.
“Una manifestazione unica nel suo genere che, nei tre giorni, nelle ultime edizioni è arrivata a richiamare quasi diecimila persone e che anche in questo lungo fine-settimana punta a raccontare e a far rivivere ai visitatori secoli di storia tra mercati, esibizioni, spettacoli e specialità culinarie in una delle più belle realtà del nostro Appennino”, ha aggiunto il presidente della Tavola di Bisanzio Giuliano Caselli.
Clementina Santi, a nome del “piccolo ma tenace “comitato scientifico” che guida e alimenta da anni, orgogliosamente, La tavola di Bisanzio” ha poi annunciato le principali novità di questo, ma anche del prossimo anno di una manifestazione che “guarda più in alto sul piano culturale e più lontano sotto l’aspetto geografico, potendo contare sulla qualificata collaborazione dell’ Accademia della cucina, sulla supervisione scientifica della Università di Cà Foscari di Venezia con cui si prepara un convegno di studi, e soprattutto ha avviato un progetto, per l’intero anno scolastico che coinvolgerà le scuole di Baiso, Viano, Carpineti e Castelnovo Monti che avranno l’opportunità di riscoprire l’Alto Medio Evo , quattro secoli prima della storia matildica”.
“Nell’ambito poi della geografia culturale dell’ Appennino, la Tavola di Bisanzio allarga lo sguardo e moltiplica le relazioni – ha aggiunto Clementica Santi – avviandosi a diventare la Tavola Tresinaria, aprendosi a raccogliere cibi e storie dell’intera valle del Tresinaro, da Baiso a Viano e Carpineti, dove già la geografia aveva disegnato una storia comune”.