CAMPEGINE (Reggio Emilia) – Abbas Uddin aveva una famiglia in Bangladesh, la moglie e tre figli, e ne aveva una qui: era la cooperativa sociale L’Ovile.
Il 45enne investito e ucciso lo scorso febbraio da un automobilista poi fuggito era nel Reggiano da tre anni. Era un richiedente asilo: pochi giorni dopo la sua morte avrebbe avuto il permesso di soggiorno. Era stato accolto in uno degli appartamenti della cooperativa, un edificio poco distante dal punto di via Marconi, a Caprara, in cui è stato travolto mentre camminava la sera del 13 febbraio. La svolta dopo 40 giorni di indagini. Il 34enne che lo ha investito è stato arrestato: ha detto di non essersi reso conto, di aver pensato di aver travolto un animale, che la sua auto era senza assicurazione. L’uomo è stato destinatario di una serie di insulti, soprattutto sui social.
Il presidente dell’Ovile, Valerio Maramotti, scrive: “Oggi ci troviamo dalla parte della vittima, ma d’altra parte non possiamo dimenticare di trovarci di fronte a due vite: ne piangiamo una, spezzata ai bordi di una strada; l’altra è interrotta da una colpa gravissima, eppure resta integra la dignità dell’essere umano che la porta; nella condanna del fatto e delle sue circostanze, nel ribadire ad alta voce l’assurdità di un dramma che non deve ripetersi, manteniamo l’impegno a tenere alto lo sguardo sull’uomo”.
Continua la raccolta fondi aperta dalla cooperativa per aiutare la famiglia di Abbas e far studiare i suoi figli: sono stati raccolti 10mila euro. Tra qualche settimana la salma del 45enne, tutt’ora bloccata a Coviolo per la scarsità di voli causa pandemia e burocrazia, sarà finalmente rimpatriata.
Leggi e guarda anche
Reggio Emilia Campegine cooperativa L'Ovile Valerio Maramotti Abbas Uddin arrestato pirata della stradaInvestì e uccise un uomo a Campegine: arrestato il pirata della strada. VIDEO











