PAVULLO NEL FRIGNANO (Modena) – Si sono svolti questa mattina, alla chiesa di Gaiato di Pavullo, i funerali di Cristian Poggioli, di 35 anni, travolto e ucciso da un’auto da rally sabato scorso nei pressi di Canossa, mentre assisteva da spettatore al Rally dell’Appennino Reggiano. L’incidente aveva provocato anche un’altra vittima, il reggiano Davide Rabotti, 21 anni, le cui esequie si sono svolte ieri.
Questa mattina il paese si è stretto alla famiglia Poggioli per l’ultimo saluto. Poggioli lavorava come agente di commercio alla Progeo di Masone.
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Un rombo forse ancora più potente delle parole. Così hanno voluto salutarlo gli amici del motocross, all’uscita della chiesa , la grande passione anche per Cristian. Un mare di persone, 400, forse di più, dentro e intorno la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Gaiato, intorno un paesaggio incantevole, quelle montagne dove Cristian Poggioli, 33 anni, era nato e che amava da sempre. Pavullo, Serramazzoni, Lama Mocogno, un’unica comunità si è fermata per salutare il giovane, vittima insieme all’amico Davide Rabotti del tragico incidente avvenuto sabato scorso durante la gara di rally dell’Appennino reggiano, quando un’auto in gara è uscita di strada travolgendo i due ragazzi e uccidendoli sul colpo. Parole toccanti quelle di don Roberto Montecchi che ha ricordato Cristian nei suoi tratti principali, quelli di un ragazzo generoso, sempre aperto verso gli amici e la famiglia. Il feretro inondato di fiori colorati, il casco della moto appoggiato sopra. Dentro e fuori la chiesa i volti impietriti degli amici che ancora non riescono a credere ad un’assurda tragedia che ha gettato nella disperazione tre famiglie, quelle di Cristian e Davide e quella del pilota dell’auto, Claudio Gubertini, anche lui di Serramazzoni amico dei due giovani che si erano avvicinati alla strada proprio per fare il tifo per lui durante la gara. All’uscita della chiesa il dolore si scioglie in un appaluso di fronte alle lacrime dei genitori, della sorella, agli abbracci di amici e parenti. “Non avvicinarti alla mia tomba piangendo – recita il ricordino con la sua foto – non ci sono, non dormo lì, io sono come mille venti che soffiano sono come un diamante nella neve splendente”.
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