GUASTALLA (Reggio Emilia) – Nel catalogo della mostra, fra le righe della presentazione, si legge: “Fate attenzione a queste deliziose scatole magiche, a questi presunti teatrini dell’infanzia, a queste piccole, perfette evocazioni dell’ineffabile dove sembra affiorare un’apparente condizione d’innocenza e di sogno. Diffidate di una così semplice e ludica realtà che ci offre il piacere di smarrirci in un mondo fantastico nutrito di rêveries e di notturne malie. Dietro a questa si nasconde, infatti, un’altra realtà più elusiva e sfuggente, ricca di ombre e di inquietudini, piena di echi e di prospettive sconosciute”.
I sogni non sono mai innocenti, neppure quelli che rimandano alla dimensione sospesa dell’infanzia. E nemmeno lo sono quelli di Lorenzo Criscuoli, artista raro e misterioso che esce ogni giorno dalla porta del tempo per addentrarsi in territori ‘sospetti’, la cui esplorazione richiede il passo cauto di chi sa che l’arcano e l’incantamento sono forze stranianti che ti prendono l’anima legandoti ai loro sottili segreti, ai loro allusivi misteri.
Dietro l’ironia delle sue opere, Criscuoli individua nella necessità dialogica l’unica progressione che garantisce il domani. Si tratta di una serissima riflessione sull’ostinazione dei questo tempo, sull’indigenza dell’epoca contemporanea, e sul perché certe storie non si raccontano più. Ciascuna opera è un episodio, un capitolo di un libro che Criscuoli sta ancora scrivendo e che canta per le disperse corti del nostro tempo, per un mondo che non sarà mai troppo adulto.
L’artista. Lorenzo Criscuoli nasce a Reggio Emilia il 9 agosto 1966. Diplomato all’Istituto statale d’arte Paolo Toschi di Parma, inizia la sua attività di grafico pubblicitario, professione che ancora oggi svolge. Parallelamente, Criscuoli continua a coltivare la sua passione per il disegno e la scultura fino a quando non trova la forma espressiva che lo distingue e che lui definisce ‘pittoscultura’. Una sorta di sapiente assemblaggio di materiali e tecniche diverse che compongono una scena apparentemente ludica ma che cela pensieri e inquietudini. Ha all’attivo numerose mostre, sia personali, sia collettive. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Di lui hanno scritto diversi critici d’arte, fra cui Angela Lazzaretti, Alberto Navilli, Alberto Agazzani, Giuseppe Berti, Ivan Cantoni, Sandro Parmiggiani, Marzio Dall’Acqua, Emanuele Filini, Giuseppe Pannini, Avde Iris Gilioli, Francesca Mora, Giovanna Vezzosi, Emore Valdessalici, Chiara Panizzi, Carlo Baja Guarienti, Elettra Galeotti.