REGGIO EMILIA – Continua a tenere banco il tema del sovraffollamento sui trasporti pubblici in epoca di Coronavirus. “Per correttezza – le parole di Nilde Montemerli, responsabile di Cna Fita Reggio Emilia – dobbiamo spiegare ai non addetti ai lavori quante sono le persone che possono viaggiare su un bus. Un pullman da 50 posti a sedere, che effettua delle linee di trasporto pubblico locale, sul libretto di circolazione avrà autorizzato un numero di passeggeri pari a circa 75 persone, di cui una parte seduta e una in piedi. Di conseguenza, con la riduzione all’80% prevista dal decreto, il numero di passeggeri che potrà salire su quel mezzo è di 60 (di cui 50 seduti e 10 in piedi)”.
Aver parlato di riduzione del numero di passeggeri, secondo la Fita reggiana, ha generato nei cittadini la convinzione che i mezzi sarebbero stati senza passeggeri in piedi (come auspicabile), invece non è così e il carico in piedi è assolutamente in linea con la normativa.
“Se vogliamo che gli utenti dei mezzi pubblici prendano con tranquillità i bus – ha aggiunto la Montemerli – dobbiamo eliminare la possibilità di viaggiare in piedi e aggiungere dei pullman per integrare il servizio. A livello nazionale possono essere impiegati 50mila tra pullman e van. A livello locale, le imprese di bus turistici possono metterne a disposizione oltre 200. Certo, occorre che le tariffe siano congrue e garantiscano un minimo di guadagno, perché è vero che tante imprese non stanno lavorando, ma se devono richiamare in servizio i propri autisti devono essere in grado di pagare loro lo stipendio”.
Inoltre, considerando anche la questione ambientale e i livelli preoccupanti di smog, usare il parco mezzi delle imprese di bus turistici con classi ecologiche alte sarebbe un beneficio per tutta la collettività, secondo Cna Fita. “Auspichiamo – ha concluso la Montemerli – che vengano utilizzati i pullman turistici e i van per integrare il trasporto pubblico. Le nostre imprese sono pronte a partire domani, ovviamente dopo aver concordato le tariffe. Perché è così che funzionano i contratti”.
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