REGGIO EMILIA – Era figlio di medici e per un brevissimo periodo, nel 1995, il padre aveva lavorato come chirurgo all’ospedale Santa Maria Nuova. Era nato nella nostra città proprio in quell’anno Giulio Alberto Pacchione, uno dei due finanzieri soccorritori morto nella tremenda caduta in parete mentre risaliva in cordata una via nel cuore delle Alpi Giulie Occidentali, sul Monte Mangart a Tarvisio, provincia di Udine.
Assieme al collega Lorenzo Paroni, 30 anni, Pacchione stava risalendo la via Piussi. Non è chiaro ancora a che ora sia avvenuta la tragedia. Si sa che entrambi erano attesi in caserma in serata e preoccupati per il mancato rientro i colleghi verso mezzanotte hanno raggiunto i pressi del rifugio Zacchi, dove era stato parcheggiato il loro mezzo. Alla base della parete c’erano i corpi di Lorenzo e Giulio Alberto, precipitati dopo un volo di diverse decine di metri. Erano ancora legati in cordata. Il recupero è avvenuto alle 8.30 del mattino tramite un elicottero della Protezione civile.
Si propende per un incidente, forse causato da un crollo che ha trascinato entrambi verso le rocce. La procura di Udine però ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Paroni era di Pordenone mentre Pacchione, dopo essere nato nella nostra città, era sempre vissuto in provincia di Teramo, territorio di cui i genitori sono originari. Erano entrambi alpinisti esperti. Pacchione a Tarvisio era anche maestro di sci, mentre a Paroni mancava solamente un esame per diventare guida alpina.
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