VENTASSO (Reggio Emilia) – Si chiamavano Lorenzo Ferrigno e David Santiago Rodriguez Perdomo, avevano 31 e 28 anni e la passione per la montagna in comune. Il primo era originario del Napoletano e residente a Sant’Ilario, il secondo era honduregno: aveva vissuto anche lui nella nostra provincia, a Bagnolo, dal 2018 al 2020; da poco si era trasferito a Formigine, nel Modenese.
Non hanno avuto scampo, “nessuna possibilità di salvarsi” hanno detto gli stessi soccorritori che sono riusciti ad arrivare in quota solo alle 17, dopo ore di cammino: impossibile far atterrare l’elicottero a causa del forte vento. La tragedia è avvenuta poco dopo mezzogiorno: i due ragazzi hanno fatto un volo di 300 metri, dopo essere scivolati nel canalone detto “buca del Moro”, parete nord del monte Casarola. Una coppia di escursionisti testimone di tutto ha dato l’allarme subito, ma è purtroppo servito a poco.
Avverse, per usare un eufemismo, le condizioni meteo. Al loro arrivo i soccorritori – Soccorso alpino del monte Cusna e monte Orsaro, vigili del fuoco con la speciale squadra che opera nel ghiaccio e nella neve, operatori del 118 e carabinieri – hanno potuto solo fare il possibile per recuperare le salme. Alle 19 hanno portato i corpi dei due ragazzi a Succiso, attendendo l’arrivo del magistrato, poi le salme sono state ricomposte all’obitorio dell’ospedale di Castelnovo Monti.
C’è già stato il nulla osta per i funerali: la causa del decesso è chiara, non c’è alcun bisogno di autopsia. Ci sarà, però, un’indagine: non certo per l’esistenza di un reato, ma per accertare la dinamica e le condizioni in cui questo dramma è avvenuto e dare qualche risposta alle famiglie dei due amici. E’ possibile, ad esempio, che la caduta non sia avvenuta negli stessi istanti per entrambi, ma che uno dei due sia scivolato trascinando con sé l’altro. Gran parte dell’equipaggiamento che i due indossavano è andata dispersa.
Esattamente un mese fa, sul Cusna a Villa Minozzo, la tragedia era stata sfiorata: tre scialpinisti erano stati travolti da una valanga e recuperati vivi grazie all’azione tempestiva di uno di loro. E nello stesso giorno, ma sul Cimone, sorte diversa per un 33enne di Lama Mocogno, morto mentre cercava di scampare a una slavina.
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