CASINA (Reggio Emilia) – Sono due le persone indagate per omicidio colposo, entrambi cacciatori: si tratta di un uomo di 77 anni e del nipote di 53. La vittima, Marco Gentili di 68 anni, stava raccogliendo castagne in un bosco di proprietà di un amico, a Leguigno di Casina, quando è stato ucciso da una fucilata, scambiato per un cinghiale. Il cacciatore più anziano è assistito dall’avvocato Claudio Vincetti, mentre il parente dall’avvocato Giuseppe Caldarola.
Nel castagneto, conosciuto come ‘la Garbaia’, era in corso una battuta di caccia al cinghiale e in direzione di Gentili e dell’amico, probabilmente scambiati per animali, sarebbero stati sparati almeno tre colpi. Uno avrebbe raggiunto il pensionato nella parte bassa della schiena, trafiggendolo senza lasciargli scampo. Sul corpo verranno eseguiti gli esami autoptici così come quelli balistici verranno eseguiti sui fucili di tutti i cacciatori che erano presenti, fucili che sono stati sequestrati dai carabinieri.
I militari questa mattina sono tornati sul posto per un nuovo sopralluogo, con l’ausilio del drone della polizia provinciale di Reggio, per cercare di ricostruire la dinamica. Nella zona ieri c’era anche una scarsa visibilità a causa della nebbia.
Marco Gentili era molto conosciuto, come infermiere e coordinatore aveva lavorato molti anni al Servizio dipendenze patologiche dell’Ausl di Reggio. Abitava in città ma una volta andato in pensione era voluto tornare nel suo paese d’origine, Leguigno appunto. Era anche volontario della Croce Rossa. Lascia la moglie, un figlio e una figlia, oltre a un fratello e a una sorella e tanti amici increduli e addolorati per questa morte assurda.
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Il cordoglio dell’Ausl
Commemorare un collega come Marco, responsabile delle Professioni Sanitarie del SerDP dell’AUSL di Reggio Emilia, è un compito doloroso, reso ancora più lacerante dall’evento tragico della sua scomparsa e dalla consapevolezza dei suoi progetti di vita. Marco ha rappresentato molto più di un semplice professionista: era una persona che ha sempre messo la salute delle persone più svantaggiate al primo posto, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita di chi vive ai margini della società.
La sua capacità di collaborare con il sistema di cure e con le reti socio-sanitarie per identificare e rispondere ai bisogni di chi era più fragile era evidente in ogni sua azione. Uno dei suoi contributi più importanti è stato legato al servizio “Bassa Soglia”, una realtà creata per offrire un sostegno concreto a chi, altrimenti, sarebbe stato lasciato indietro. Marco ha sempre dimostrato un impegno profondo per la mediazione linguistico-culturale, riconoscendo l’importanza dell’inclusione e dell’integrazione nelle cure. Inoltre, ha promosso con passione diverse iniziative legate alla promozione della salute, cercando di costruire ponti tra la comunità e i servizi sanitari.
Tra i ricordi più preziosi che i suoi colleghi custodiranno per sempre, spicca la sua dirompente allegria, capace di contagiare ogni membro del team. La sua presenza rendeva il lavoro di gruppo non solo più efficace, ma anche più umano. La sua disponibilità non conosceva limiti: Marco era sempre presente, soprattutto quando gli utenti del servizio dipendenze erano ricoverati, prendendosi cura delle persone più emarginate e fragili, accompagnandole durante le fasi delicate delle dimissioni.
La scomparsa di Marco lascia un vuoto immenso, ma il suo esempio di dedizione, umanità e allegria continuerà a vivere nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui. La Direzione e tutti gli operatori si stringono alla famiglia in questo momento di grande dolore.
Scambiato per un cinghiale e ucciso dalla fucilata di un cacciatore. VIDEO