REGGIO EMILIA – Era stimato e conosciuto da tutti a Massenzatico. Viveva lì, a pochi passi dalla cantina sociale di via Beethoven dove lavorava, Sandro Santini, l’uomo che ha perso la vita, a soli 52 anni, in un tragico incidente sul lavoro nel luogo dove si recava ogni giorno da qualche anno e dove da uno era divenuto cantiniere.
Stava pulendo una delle cisterne per la vinificazione e si trovava sul fondo. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato risucchiato all’interno da una ventola e ucciso da una pala, elica che solitamente in quel vaso vinario è ferma. Una morte terribile, di cui pian piano è corsa notizia nella frazione reggiana. In tanti sono usciti di casa sconvolti anche solo per essere vicino al dolore della famiglia, quella che Santini ha lasciato: la moglie Barbara, arrivata sul posto, straziata dal dolore si è sentita male ed è stata assistita dal personale del 118, e i tre figli, due ragazze di 18 e 15 anni, e il più piccolo, di 10.
L’allarme è stato dato dal nipote di Santini, ragazzo di 23 anni anche lui dipendente della cantina, intorno alle 18.40, ma le conseguenze di quanto appena accaduto sono apparse evidenti fin da subito. I soccorsi per il 52enne sono stati inutili. Sul posto sono accorsi gli agenti della questura, i carabinieri, i sanitari, i vigili del fuoco e la medicina del lavoro, i cui tecnici ora dovranno ricostruire l’esatta dinamica dell’infortunio mortale. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dal sostituto procuratore Iacopo Berardi, giunto subito alla cantina di Massenzatico per un sopralluogo.
I vigili del fuoco hanno liberato il corpo dalla cisterna dopo che il magistrato ha dato loro l’autorizzazione. Ora toccherà agli inquirenti stabilire perché sia accaduto questo incidente e capire quali sistemi di sicurezza siano presenti nell’impianto e quali dotazioni l’uomo stesse utilizzando per la pulizia della cisterna.
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