REGGIO EMILIA – L’associazione culturale antimafia Cortocircuito organizza un tour dei beni confiscati alle mafie. Diversi gli incontri formativi in programma sabato 9 ottobre.
La prima tappa è in programma in Tribunale a Reggio, alle 9,30, con il giudice Andrea Rat nel ruolo di relatore. Con Rat, giudice estensore delle motivazioni della sentenza del maxi-processo “Aemilia”, Elia Minari, giurista e coordinatore dell’associazione Cortocircuito (fondata nel 2009 a Reggio), e il colonnello Milani, nuovo comandante provinciale dei Carabinieri, proveniente da Reggio Calabria dove si è occupato di contrasto alla ‘ndrangheta.
Il tour proseguirà in pullman per visitare alcuni tra i beni più significativi confiscati alla criminalità organizzata, sempre nell’ambito di Aemilia e di altre inchieste giudiziarie contro la ‘ndrangheta, tra le provincie di Reggio e Parma.
La tappa probabilmente più significativa sarà a Brescello, dove è previsto un incontro pubblico aperto a tutta la cittadinanza dalle 15.20 alle 16.10 di questo sabato, nella piazza principale del paese (piazza Matteotti), davanti al Municipio, che nel 2016 venne commissariato per infiltrazioni mafiose a seguito dell’inchiesta dell’associazione Cortocircuito. A Brescello interverranno in piazza Lucia Musti, magistrato della Procura Generale di Bologna, nonché pubblico ministero d’Appello di “Aemilia” e di “Aemilia ’92” che ha recentemente portato a quattro condanne all’ergastolo; Elia Minari, giurista e scrittore, fondatore e coordinatore dell’associazione antimafia Cortocircuito; Enrico Bini, ex presidente della Camera di Commercio di Reggio che denunciò la presenza delle mafie nel Reggiano ed attuale sindaco di Castelnovo Monti.
Le altre tappe principali del tour formativo saranno a Gualtieri, alle 11.10, dove sono presenti importanti aziende confiscate; a Sorbolo, a metà giornata, dove vi è la più grande lottizzazione edilizia d’Italia confiscata alla ‘ndrangheta; a Montecchio Emilia, ore 17.40, al “Millefiori”, grande ristorante con piscina confiscato.
Il tour rientra nell’ambito del progetto regionale “I beni confiscati alle mafie come fari di legalità”.
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