REGGIO EMILIA – Ieri vi abbiamo parlato della stato del torrente Crostolo, oggi – sempre con Arpae – parliamo dell’Enza, che non sta certo meglio.
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“L’Enza ha un suo deflusso, molto ridotto dopo la traversa di Cerezzola dove c’è un prelievo consistente. Aa valle c’è una sofferenza idrica e dal punto di vista ambientale una carenza”. Così Silvia Franceschini, referenti regionale dell’Arpae per lo stato dei corsi d’acqua.
Secondo i dati della regione Emilia Romagna e di Arpae in queste ore l’Enza si trova a -1,11 metri rispetto al livello idrometrico a Montecchio, a -0.28 m a Sant’Ilario: lo zero idrometrico è una quota convenzionale che non corrispondente al fondo dell’alveo. Il corso d’acqua è in calo costante dal 25 maggio, la sua portata media non supera il valore di 0,3 m3/s. La situazione si ripete ogni estate già da molti anni e in alcuni punti, come succede per il Crostolo, il livello dell’acqua scende sotto il deflusso minimo vitale. “Per l’Enza c’è tutto il discorso della deroga, che è stata concessa per aiutare gli agricoltori”.
Secondo Coldiretti servono misure di contrasto urgenti: un invaso val d’Enza e infrastrutture sostenibili, perché sono rischio le produzioni agricole e la loro filiera oltre all’equilibrio ambientale, la biodiversità e la sostenibilità dell’intero territorio. “Non si può più parlare di risorsa idrica illimitata – chiosa Franceschini – Serve un utilizzo più oculato ella risorsa, sia nel settore civile che produttivo, occorre ottimizzare gli sprechi e ridurre le perdite”.
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