TOANO (Reggio Emilia) – Tanto verde, tanto silenzio, perfino un po’ di aria fresca così rara di questi tempi, e una vista privilegiata sulla valle di Toano. La Pieve di Santa Maria in Castello è un’oasi di pace e allo stesso tempo un piccolo scrigno di storia che potrebbe contenere molte gemme. Per questo motivo ogni anno vengono eseguiti scavi archeologici nel sito della Pieve. Sarà così anche quest’estate, con lavori in programma fino al 20 agosto. “Gli scavi che organizziamo ogni anno – dice Alessia Giorgini, assessore a cultura e turismo del Comune di Toano – sono importanti perché vogliamo recuperare la nostra storia, di questo che era un castello, dell’Italia e dell’Europa”.
Le prime notizie ufficiali della Pieve risalgono all’anno 980: l’imperatore Ottone II la definisce una delle più importanti pievi rurali. Sembra che all’epoca dominasse la via attraverso la quale si accedeva alla Toscana, che era la strada più percorsa da Matilde di Canossa, motivo per cui la si annovera tra i possedimenti frequentati della contessa.
L’obiettivo è quello di arrivare a realizzare qui un grande museo a cielo aperto accessibile a tutti. “Inizialmente abbiamo trovato una torre che sarà ristrutturata grazie al Parco. Potrà essere visibile come museo a cielo aperto, ed è la torre del castello più moderno. Con gli scavi fatti in questi anni stiamo cercando di riscoprire anche le fasi primitive del castello. Ha avuto diverse modifiche nel tempo. Abbiamo ritrovato il cimitero, delle monete che ci collegano anche ad altri Paesi come la Francia”.













