REGGIO EMILIA – Una spedizione punitiva partita da Piacenza per colpire un 23enne tunisino reggiano, con precedenti per droga. Un regolamento di conti in piena regola tra spacciatori, secondo gli inquirenti, che non escludono anche la possibilità che dietro al raid ci siano motivazioni legate a donne contese. Al termine di un’indagine lampo, la Polizia di Reggio ha arrestato per tentato omicidio, i due presunti responsabili dell’accoltellamento di un 23enne tunisino, ora fuori pericolo di vita, in piazzale Marconi, davanti alla stazione di Reggio Emilia. Si tratta di un 23enne e di un 27enne, entrambi tunisini e residenti a Piacenza dove sono stati fermati giovedì scorso. Stando a quanto ricostruito dalla squadra mobile anche grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza, sabato 19 ottobre, mentre infuriava il maltempo, un gruppetto di cinque persone è partito da Piacenza per regolare le questioni in sospeso a Reggio Emilia.
La prima discussione a ridosso del centro storico, poi nel piazzale della stazione si è perpetrata l’aggressione, anticipata da un reciproco lancio di bottiglie. A quel punto uno dei due arrestati, ha afferrato il tunisino reggiano per la maglia e gli ha sferrato alcuni fendenti con un coltello, non ritrovato dagli inquirenti, colpendolo al fianco destro. Nel frattempo, l’altro complice cercava di investirlo con un furgone, senza però riuscirci e andando a sbattere contro un’auto e una colonnina di ricarica elettrica.
L’indagine, secondo il Questore Maggese, che ha illustrato l’operazione in conferenza stampa, conferma i rapporti che esistono tra gruppi di spacciatori operanti in diverse città italiane e come nel mondo della droga siano sempre meno gli stranieri irregolari attivi. Un modo per rendere più complesso l’applicazione di misure restrittive come l’allontanamento da parte delle forze dell’ordine.