REGGIO EMILIA – “Da una parte stanno facendo nelle scuole e negli asili delle esercitazioni su cosa fare in caso di attacco… dove nascondersi, come preparare uno zaino d’emergenza. Dall’altra c’è il Governo che continua a dire di mantenere la calma”.
Stati d’animo che oscillano da un estremo all’altro. Al volto rassicurante del presidente Zelensky fanno da contraltare notizie di un conflitto imminente, di un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le cui truppe sono schierate al confine. “C’è un clima di dubbio, incertezza, preoccupazione e di attesa. Stiamo aspettando non sappiamo cosa”.
Anastasiya Lisnichuck ha 22 anni e sta concludendo i suoi studi in Lingue e culture europee. Da dieci anni vive a Reggio Emilia, negli ultimi due, a causa della pandemia, le è stato impossibile tornare nel suo Paese d’origine per incontrare amici e parenti.
“Molti dicono che siamo pronti anche a un’invasione, ma non si possono confrontare le forze di cui dispone la Russia con quelle dell’Ucraina”.
La città in cui è nata Anastasia è Ternopil che pur trovandosi nella parte occidentale non sfugge a un conflitto, per così dire intestino, cominciato da tempo, quello che contrappone chi si sente orgoglioso di essere ucraino e chi si sente invece in sintonia con la Russia. “Mia nonna è russa. Questo conflitto interno è globale. Per fortuna in famiglia siamo riusciti a mantenere un senso di unità”.
Al buon esito delle trattative diplomatiche sono da tempo rivolte le preghiere, sia dei fedeli ortodossi che di quelli greci ortodossi, iniziate dall’aprile 2014, dall’inizio cioè della guerra con i separatisti filo-russi, nella regione orientale del Donbass. “Noi siamo per la pace – dice don Mykhaylo Khromyanchuk – Preghiamo sempre, tutti i giorni“.
Reggio Emilia intervista guerra Ucraina Mosca kiev Anastasiya Lisnichuck don Mykhaylo Khromyanchuk