CARPINETI (Reggio Emilia) – I tecnici del servizio Prevenzione e Sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Ausl stanno acquisendo la registrazione della telefonata che il collega di Davide Scaruffi, 26enne elettricista di Ligonchio morto dopo più di 24 ore di agonia, ha fatto alla centrale del 118 domenica pomeriggio da Valestra.
Ci sono delle verifiche da effettuare: non per attribuire responsabilità al collega, che è stato il primo a praticare la rianimazione a Scaruffi e che adesso è a casa sotto choc, ma per fare luce sulle cause del malore che ha colpito Davide. Perché di malore si è trattato, ma occorre determinare se sia stato la conseguenza di una scossa di corrente, e quindi di un fattore esterno, oppure di una cosiddetta “causa endogena”, interna e inevitabile.
Stando alle informazioni attuali, sembra che nella prima telefonata al 118, fatta in un momento di estrema agitazione e panico, il collega abbia parlato di folgorazione e nelle successive dichiarazioni a soccorritori e inquirenti abbia invece detto di Davide sceso da solo dalla scala e poi accasciatosi a terra. Per questo si stanno raccogliendo audio e di nuovo le testimonianze.
Il risultato dell’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Jacopo Berardi che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, potrebbe già sgombrare il campo. Enel ha nominato un consulente di parte che presenzi all’esame. Solo se risultassero tracce di una folgorazione si parlerebbe di infortunio sul lavoro e a quel punto le indagini proseguirebbero concentrandosi sulle norme di sicurezza applicate o meno domenica a Valestra.
Davide era in cima alla scala e stava tentando di ridare luce a un gruppo di abitazioni in una zona isolata. In queste situazioni la squadra di emergenza Enel è sempre composta da due persone, proprio per sicurezza. Davide Scaruffi, un passato da portiere di calcio, era conosciutissimo nella nostra montagna: è probabile che i funerali si terranno il primo agosto, ma dipende tutto dall’autopsia.
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