REGGIO EMILIA – Nuovo appuntamento a teatro, al Piccolo Orologio di Reggio, dove andrà in scena nel weekend la compagnia Carullo e Minasi, artefice “dell’ultima, piccola rivoluzione delle scene teatrali italiane. Una rivoluzione – si legge nelle motivazioni del Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2017 – in punta di piedi e sempre con il sorriso sulle labbra, con cui i due artisti hanno unito idealmente Scilla e Cariddi, per conquistare l’intera Penisola facendo ricorso a un’arma antica, ma persuasiva, come il dialogo”. Due passi sono, in scena sul palcoscenico di via Massenet venerdì 26 e sabato 27 novembre alle 21, è lo spettacolo che nel 2011 ha sancito il connubio teatrale di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. Qui, in un rapporto di apparente normalità, un uomo e una donna, nel cicaleccio ossessivo di un linguaggio di coppia, elaborano una lingua tra Sicilia e Calabria in cui va a consolidarsi l’insostenibile malattia dei rapporti.

Due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, si ritrovano sul grande palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto, dall’arredamento essenziale, stranamente deforme, alla stregua dell’immaginario dei bimbi in fase febbricitante. Attraversano le sezioni della loro tenera e terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi in una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo” – nonostante le gambe molli – aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non è più necessario sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia, i limiti dello stare.

E proprio sul concetto di limite si sofferma anche la motivazione della Giuria del Premio Scenario: “La struggente consapevolezza del limite, anziché spegnere desideri e speranze, diventa per loro il grimaldello con cui forzare la porta del futuro. Libertà è uscire dalla gabbia dorata di bugie protettive che impediscono di spiccare il volo a un’intera generazione”. E per varcare quella soglia ci vogliono solo due passi: “si chiamano amore e dignità – continua la motivazione -. (…)Laddove la quotidianità ha preso le sembianze della patologia, due piccoli giganti combattono una dolce e buffa battaglia per imparare a non fuggire dalla vita”.
Immagine-cripta sacra, surreale e festosa, quella del loro matrimonio, dove come in una giostra di suoni, colori e coriandoli, finiranno per scambiarsi meravigliosi propositi di poesia.
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