REGGIO EMILIA – “Quando i bambini e le bambine costruiscono i loro burattini e poi danno loro la voce è una magia” spiega Mauro Sarzi. Una magia senza tempo, una magia senza spiegazione, una magia che nasce nonostante gli smartphone e i socialnetwork.
Mauro Sarzi la conosce bene perchè ci è nato dentro: suo padre è il maestro burattinaio, Otello Sarzi, enorme figura culturale del ‘900 passata attraverso l’amicizia con la famiglia Cervi e la lotta partigiana, la conoscenza della tradizione e del territorio, l’incontro e la contaminazione con varie personalità del mondo dello spettacolo, da Zavattini a Proietti a Fellini.
Sono state aperte, al Teatro Cavallerizza di Reggio, le iniziative per i cento anni dalla sua nascita. “Mio padre era un’alchimia di valori – ha ricordato Mauro – tra artigianato, esperienza e sperimentazione”. Al Teatro è intervenuto anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini ed è stato il momento inaugurale promosso dalla Fondazione Famiglia Sarzi, che tre anni fa ha inaugurato la nuova casa-museo e che prosegue nell’opera di valorizzazione del patrimonio lasciato da Otello Sarzi. Dopo averci vissuto all’inizio degli anni ’70, Otello, reggiano d’adozione, era tornato a vivere a Bagnolo negli anni ’90 e lì era rimasto fino alla morte, nel 2001. “La sua casa era luogo di incontro” spiega il Sindaco Gianluca Paoli.
Le celebrazioni per i 100 anni dalla nascita del grande burattinaio proseguiranno per tutto l’anno e troveranno il loro clou in uno spettacolo di Maurizio Bercini che, ricordando Alcide Cervi, omaggerà Otello e la sua famiglia. “Il nostro motto è ‘cent’anni dal futuro” aggiunge Rossella Cantoni Presidente della Fondazione Famiglia Sarzi.
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