REGGIO EMILIA – Taxi e Ncc hanno proclamato da alcuni giorni lo stato di agitazione. Motivo della protesta la crisi del settore, con il volume di affari calato drasticamente a causa dell’emergenza sanitaria.
“Prima del lockdown fatturavamo intorno ai 5mila euro al mese, da marzo a oggi siamo in tutto sui mille”.
Sebastiano Monorchio ha una ditta di noleggio con conducente. Iscritto alla Cna, è il portavoce degli Ncc reggiani. La mobilità è uno dei settori più penalizzati dalla pandemia. Meno spostamenti, meno lavoro e dunque meno introiti. Tassisti e operatori Ncc sono allo stremo e rischiano di alzare bandiera bianca. “Il lavoro è calato del 60%, la gente non gira più e poi non si fida ancora”, dicono i tassisti reggiani.
Le associazioni di rappresentanza della categoria hanno avanzato, attraverso un appello inviato alla Regione, la richiesta di valutare politiche attive per incentivare la domanda di trasporto, attraverso l’emissione di buoni mobilità o modalità affini, inclusi benefici per le aziende quali la detassazione dei servizi di mobilità dei dipendenti. “Tra le proposte avanzate c’è anche quella, a livello provinciale e comunale, di un tavolo tecnico per delineare le prospettive future del settore”, ha aggiunto Monorchio.
In Emilia Romagna il settore del trasporto pubblico non di linea occupa circa 3mila persone tra titolari di licenze taxi e autorizzazioni di noleggio con conducente.
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