REGGIO EMILIA – Una liberalizzazione selvaggia che non risolverebbe i problemi del settore e anzi porterebbe ad un peggioramento del servizio ai clienti con tariffe che non sarebbero più sottoposte al controllo degli enti locali. Sono tra le principali motivazioni dello sciopero di due giorni dei taxisti. Una mobilitazione nazionale che ha registrato un’adesione praticamente totale anche a Reggio dove sono una sessantina le licenze per circa 80 operatori. La categoria contesta i contenuti del Disegno di Legge Concorrenza in particolare l’articolo 10 che apre le porte alle multinazionali. Compatti nel dire no i taxisti che aderiscono al Consorzio Taxi Reggio Emilia.
“Praticamente decade l’obbligo del servizio – spiega il presidente Simone Seligardi – Ho l’obbligo di accettare tutte le tratte, anche quelle scomode. Cadrebbero le regole danno sicurezza ai clienti. Un tassista potrebbe anche non fermarsi mai, lavorare 24 ore su 24, mettendo a rischio la sicurezza dei clienti. I prezzi cambieranno”.
Dopo due anni di fermo quasi totale il lavoro è riesploso, soprattutto dalla stazione Mediopadana al centro città e viceversa ma sono tanti anche i trasporti di anziani che hanno difficoltà a muoversi. Da tempo i taxisti reggiani impegnati in un contrasto forte all’abusivismo, chiedono anche di essere in qualche modo integrati nel servizio pubblico locale. “Chiediamo di poter essere integrati, poter anche lavorare in concomitanza con le esigenze del trasporto locale a tutto tondo”.
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