BAISO (Reggio Emilia) – Nel nostro appennino per più di duecento anni, nel cuore del medioevo, si sono fronteggiate ed intrecciate due culture. Entrambe, quella romanico-bizantina e quella longobarda hanno lasciato tracce tuttora capaci di segnare la nostra vita. L’allevamento del maiale con le ricadute gastronomiche che hanno dato vita agli insaccati, al prosciutto, ai ciccioli e alle altre prelibatezze suinicole, fu promosso dai longobardi. I bizantini invece furono cultori della pecora e della capra e maestri nell’arte casearia. Così la toponomastica con nomi di santi venerati dai bizantini quali san Michele e san Lorenzo segna ancora la vita dei nostri paesi appenninici. A Baiso le radici bizantine e longobarde sono state studiate e riscoperte in un convegno durante il quale sono stati esposti anche i costumi dell’epoca.
“Siamo finalmente riusciti a realizzare questo primo convegno di studi in un territorio vitale – spiega l’organizzatrice Anna Marmiroli – Abbiamo organizzato un evento di altissimo livello grazie alle università coinvolte”.
Al convegno ospitato nella chiesa di san Lorenzo hanno preso parte più di 200 persone. Tra queste docenti delle Università di Padova e Venezia, atenei che più di altri si sono dedicati allo studio della cultura bizantina nel settentrione d’Italia.
Reggio Emilia convegno cucina Baiso longobardi bizantini